tag:blogger.com,1999:blog-88946456001014729422024-03-05T23:48:09.698+01:00marginidelfoglioMatteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.comBlogger182125tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-7423860850782758372020-03-24T00:27:00.004+01:002020-04-03T14:46:39.099+02:00Cassetto n°182<div style="text-align: justify;">
La saluti un pomeriggio, pensi che la rivedrai presto, ti sbagli,<br />
la gente comincia a cambiare strada, se la incroci,<br />
il lavoro si ferma, le lezioni no, poi anche quelle<br />
posso correre? No. Uscire? No.<br />
Non guardatevi, dimenticatevi,<br />
state in casa, le cose semplici diventano crimini,<br />
l'immondizia, il bar,<br />
la realtà si altera: il bene di tutti, lo tocchi se esci, ti senti una specie di mascalzone,<br />
sguardi brutti, se passeggi allegro.<br />
I paraggi della morte sono gli altri, che ti misurano<br />
<div style="text-align: start;">
Avevi mai avuto dei limiti? Cioè intendo limiti rigidi, stretti, proibizioni vere?</div>
<div style="text-align: start;">
No, la risposta credo sia no.</div>
<div style="text-align: start;">
I limiti sono arrivati, necessari, ti hanno fatto vedere un'altra versione delle cose, come quando giri una scultura, che è in casa, da sempre, sulla mensola e la osservi da dietro. Non te la eri mai immaginata, da dietro.</div>
<div style="text-align: start;">
Ecco com'è questa sensazione.</div>
Intanto credi di poterla rivedere, ma per ora solo telefono,<br />
non sarà veloce, non sai se ce la fai,<br />
un mesetto, dai...<br />
Arrivano i primi contagiati che conosci, i primi morti che conosci.<br />
Cerchi il bene nelle cose di casa, hai spazio, hai giardino,<br />
inizia a bastarti il poco e la sera sei ugualmente stanco,<br />
bastano piccoli progetti, da fare con lei, al telefono,<br />
a far assottigliare il calendario<br />
Nel frattempo l'umana comunità sparisce, a casa stai bene,<br />
si può vivere senza fabbriche, senza bar.<br />
Se non puoi avere quel che vuoi, basta alterare la realtà.<br />
Se aprissi gli occhi, sapresti cosa guardare.<br />
Il suo volto, per sempre, sapresti guardare.<br />
Questo ti distanza dagli altri, stare tanto insieme, da non avere più altri bisogni,<br />
Chi canta, applaude, dirette Facebook per cucinare una frittata.<br />
I numeri fanno paura, muoiono tutti, ma se tu non vedi più gli uomini, dietro ai numeri.<br />
Se non hai bisogno di parlare, abbracciare, chiaccherare insieme,<br />
il virus diventa solo una piccola palla chiodata. Hai imparato da tempo ad aspettare<br />
quella felicità che sta sempre nelle orbite del dolore.<br />
Non lo dire in giro, che se si sta ben da soli, non si è mai soli.<br />
Tanto ti rendi conto, che la rivedrai.<br />
<br />
<br />
<br />
Una volta, in una mostra a Francoforte, vidi un enorme mucchio di caramelle nere, piccole lucide occupava un'intera sala, arrivando quasi al soffitto. Girai intorno al mucchio, la base era un quadrato, linee precise e ne presi una e la cacciai in tasca.<br />
Uscendo in un depliant lessi che l'autore dell'installazione voleva rappresentare un virus o una malattia sessualmente trasmissibile.<br />
Solo la gola, la curiosità, ci spinge a prenderne un pezzetto e portarcelo via con noi<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMCaYLSxIu1qfEIDOGG8sp8bo4tKpvyhESRwR5IaBkJJoYi27YsI3thsTkP2j2lkHiAypQiMWE_c_5j8nwUisS8edl3B3SPTNNlJAA1bH79NrYCZExTCT8Lsj4mhRAuCom6VTuwLxMtTE/s1600/IMG-8601.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMCaYLSxIu1qfEIDOGG8sp8bo4tKpvyhESRwR5IaBkJJoYi27YsI3thsTkP2j2lkHiAypQiMWE_c_5j8nwUisS8edl3B3SPTNNlJAA1bH79NrYCZExTCT8Lsj4mhRAuCom6VTuwLxMtTE/s640/IMG-8601.JPG" width="480" /></a></div>
<br /></div>
Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-62276256771452496192019-07-15T11:51:00.003+02:002019-07-15T13:51:11.428+02:00Cassetto n°181<div style="text-align: justify;">
<b>Permacultura, crescere insieme con l'Arte.</b><br />
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwzjOvCEmmf3GYAtPQXHYiDRBt-WDNpLGIJ1fgWXoGVmjLDu8IT6TnvPm8copBDlB6WTBDzz2d6TpL0s3eID5ECNH4vUnGIEBqdJwHuol2Sp7468Z4AFD6BhUHW0E4SBUuKxAfHZKX1YQ/s1600/1-3.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="648" data-original-width="771" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwzjOvCEmmf3GYAtPQXHYiDRBt-WDNpLGIJ1fgWXoGVmjLDu8IT6TnvPm8copBDlB6WTBDzz2d6TpL0s3eID5ECNH4vUnGIEBqdJwHuol2Sp7468Z4AFD6BhUHW0E4SBUuKxAfHZKX1YQ/s320/1-3.jpeg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci è subito sembrato importante creare qualcosa che non c'era, fornire un'alternativa all'offerta culturale di Ravenna e comuni limitrofi.<br />
Questo gruppo di lavoro nasce a Russi come un aggregato spontaneo itinerante, un movimento che vuole creare sinergie e rapporti umani sfruttando il canale del fare Arte insieme. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il "sapere manuale" artigianale ed artistico, se esercitato in gruppo, contiene da sempre un seme di socialità prezioso e fruttifero.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La permacultura, in agricoltura e botanica, è una tecnica di coltivazione che mira al riappropriarsi di tempi, modi e strumenti più lenti, sostenibili e resilienti, per l'uomo moderno, è una filosofia che pone il focus, oltre che sul prodotto, sul processo stesso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Siamo un gruppo nel senso del credere insieme, nel credere in un'Arte forte ed intima, come strumento di sviluppo socioculturale, lavorativo ed umano.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh00qZfgJTtnAqdZcRTkpiT9otHHDENqfDL3jH7p5Q1HBJUCTVQ_MeKw8ZsRCxoAknYwBldujUhkAK_xYZ2rzj4Rdx5Rr8-2xuCkLq5TbJwZF4XuQvcosv0nEFEtttzzCDfwM-28Srwm9g/s1600/66772943_1561908637281604_6053488857314230272_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh00qZfgJTtnAqdZcRTkpiT9otHHDENqfDL3jH7p5Q1HBJUCTVQ_MeKw8ZsRCxoAknYwBldujUhkAK_xYZ2rzj4Rdx5Rr8-2xuCkLq5TbJwZF4XuQvcosv0nEFEtttzzCDfwM-28Srwm9g/s640/66772943_1561908637281604_6053488857314230272_n.jpg" width="480" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Il radicale taglio dei finanziamenti, dell'attenzione politica e dell'impegno delle amministrazioni in tema di ricerca culturale, costruzione di percorsi partecipati ed avvenimenti artistici ci ha spinto così a questa idea di "occupazione" pacifica del suolo pubblico. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ogni partecipante porta i propri materiali e si lascia influenzare, più o meno, da quello che stanno suonando, fotografando, dipingendo o scrivendo gli altri, nell'ambiente circostante, lasciandosi contaminare o meno in base ad assetti soggettivi interni, umore e credo personali.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il luogo non è mai statico, si cercano sempre nuove postazioni e ci si dà appuntamento di volta in volta nei nuovi siti.</div>
<div style="text-align: justify;">
La tipologia di avventori è fortemente trasversale: manualità più allenate si affiancano a persone che, a diverso titolo, muovono i primi passi in un certo campo artistico, l'età e le qualifiche sono, ovviamente, ininfluenti.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Permacultura non ha, quindi, uno scopo formativo specifico, ma il riversarsi e il diffondere dei saperi è gradito ed incentivato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Uno degli scopi dei prossimi incontri sarà cercare insieme una direzione e un senso al lavoro comune, compilando nel contempo, articolo dopo articolo, un "Manifesto di Permacultura" che sarà un vademecum, una guida e un'eredità per tutti i partecipanti che si aggregheranno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-42253214934613017162019-01-20T18:54:00.000+01:002019-01-28T08:37:28.279+01:00Cassetto n°180<div class="G1VCxe kno-fb-ctx" jsname="rdVbIe" style="caret-color: rgb(34, 34, 34); color: #222222; font-family: arial, sans-serif; margin-top: 12px;">
<div jsname="U8S5sf" style="line-height: 1.24; margin-bottom: 12px;">
<div style="text-align: justify;">
<span jsname="YS01Ge">Quando mi hanno chiesto di improvvisare un dipinto su David Bowie ho immediatamente realizzato di non conoscerlo affatto, se non per un paio di testi e qualche ritratto "icona", ormai entrato nell'immaginario comune.</span></div>
</div>
<div jsname="U8S5sf" style="line-height: 1.24; margin-bottom: 12px;">
<div style="text-align: justify;">
<span jsname="YS01Ge">Mi son però ricordato del suo ultimo video, che mi aveva colpito subito <i>"Lazarus"</i>. </span></div>
</div>
<div jsname="U8S5sf" style="line-height: 1.24; margin-bottom: 12px;">
<div style="text-align: justify;">
<span jsname="YS01Ge">L'artista è al suo testamento umano ed onirico: dolcezza, compassione e una nota dark non sepolcrale, avvolgono interamente atmosfere e testo. </span></div>
</div>
<div jsname="U8S5sf" style="line-height: 1.24; margin-bottom: 12px;">
<div style="text-align: justify;">
<span jsname="YS01Ge">Questo è il "mio" contributo a Bowie, poco dopo averlo dipinto ho ripreso e tradotto il testo, capendo che, forse, avevo davvero sentito in immagini quello che lui intendeva.</span></div>
</div>
<div jsname="U8S5sf" style="line-height: 1.24; margin-bottom: 12px;">
<span jsname="YS01Ge"><br /></span></div>
<div jsname="U8S5sf" style="line-height: 1.24; margin-bottom: 12px;">
<div style="text-align: center;">
Look up here, I'm in heaven</div>
<span jsname="YS01Ge"></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span jsname="YS01Ge">I've got scars that can't be seen</span></div>
<span jsname="YS01Ge">
</span><span jsname="YS01Ge"></span>
<div style="text-align: center;">
<span jsname="YS01Ge">I've got drama, can't be stolen</span></div>
<span jsname="YS01Ge">
</span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: center;">
Everybody knows me now</div>
</span></div>
<div jsname="U8S5sf" style="line-height: 1.24; margin-bottom: 12px;">
<div style="text-align: center;">
Look up here, man, I'm in danger</div>
<span jsname="YS01Ge"></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span jsname="YS01Ge">I've got nothing left to lose</span></div>
<span jsname="YS01Ge">
</span><span jsname="YS01Ge"></span>
<div style="text-align: center;">
<span jsname="YS01Ge">I'm so high it makes my brain whirl</span></div>
<span jsname="YS01Ge">
</span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: center;">
Dropped my cell phone down below</div>
</span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: center;">
Ain't that just like me?</div>
</span></div>
</div>
<div class="G1VCxe kno-fb-ctx" jsname="wq5Syf" style="caret-color: rgb(34, 34, 34); color: #222222; font-family: arial, sans-serif;">
<div class="iw7h9e" data-mh="-1" jsname="U8S5sf" style="line-height: 1.24; margin-bottom: 0px;">
<div style="text-align: center;">
By the time I got to New York</div>
<span jsname="YS01Ge"></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span jsname="YS01Ge">I was living like a king</span></div>
<span jsname="YS01Ge">
</span><span jsname="YS01Ge"></span>
<div style="text-align: center;">
<span jsname="YS01Ge">Then I used up all my money</span></div>
<span jsname="YS01Ge">
</span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: center;">
I was looking for your ass</div>
</span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: center;">
This way or no way</div>
</span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: center;">
You know, I'll be free</div>
</span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: center;">
Just like that bluebird</div>
</span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: center;">
Now ain't that just like me?</div>
</span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: center;">
Oh I'll be free</div>
</span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: center;">
Just like that bluebird</div>
</span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: center;">
Oh I'll be free</div>
</span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: center;">
Ain't that just like me?</div>
</span></div>
<div class="iw7h9e" data-mh="-1" jsname="U8S5sf" style="line-height: 1.24; margin-bottom: 0px;">
<br />
<span jsname="YS01Ge"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span jsname="YS01Ge"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1e_1naOY0lhEs8AdJpsbhVyqnaSZmf6VCiqWSD0-1Zdr8Dg216ngFL_mSyF6Wc9ycBxlJpIgzGsUxjqOcHjb9rfIOPDaAfxwHZ1cmNtCPP-raLhCGSSlivk6JVleXND-A6axePo4c6JQ/s1600/50855110_10217798823672840_1853919248884170752_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1e_1naOY0lhEs8AdJpsbhVyqnaSZmf6VCiqWSD0-1Zdr8Dg216ngFL_mSyF6Wc9ycBxlJpIgzGsUxjqOcHjb9rfIOPDaAfxwHZ1cmNtCPP-raLhCGSSlivk6JVleXND-A6axePo4c6JQ/s1600/50855110_10217798823672840_1853919248884170752_n.jpg" /></a></span></div>
<span jsname="YS01Ge">
</span></div>
</div>
Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-90292259701644176042018-08-28T16:01:00.002+02:002019-01-28T08:35:02.630+01:00Cassetto n°179<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsmgILyUg6yuVyuDoEtsU0d-I5KBRI7oSsErEUfpDYVIaAhQi9UEgJ2G_P0uvDagaVqIu2Y2AJ0UI3vE6FODKP2k9CWAIR3_75L2aWl8CnHi-f2Vn9zI7QdzamJvSxYy3rFEa1YG7Ap2s/s1600/Locandina+arte+festival+2018_+70x100-001.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1111" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsmgILyUg6yuVyuDoEtsU0d-I5KBRI7oSsErEUfpDYVIaAhQi9UEgJ2G_P0uvDagaVqIu2Y2AJ0UI3vE6FODKP2k9CWAIR3_75L2aWl8CnHi-f2Vn9zI7QdzamJvSxYy3rFEa1YG7Ap2s/s640/Locandina+arte+festival+2018_+70x100-001.jpg" width="444" /></a></div>
<div class="_5pbx userContent _3576" data-ft="{"tn":"K"}" id="js_3m">
<div class="text_exposed_root text_exposed" id="id_5b85557f5706b5a59298497">
Ecco in anteprima la locandina di Forese Arte Festival 2018, il tema di quest'anno è il LIBRO.<br />
Si inizia il 16 settembre dalle 14:00 con Talea, una giornata di
laboratori e di arte nella spendida cornice di Palazzo Grossi a
Castiglione di Ravenna.<br />
Saranno con noi Associazione Parole Nuove con l'installazione Confini Blu a cura di <a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1462142888&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/barbara.gnisci?fref=mentions&__xts__%5B0%5D=68.ARBD9yWzAR1k_ZCC22fyZQr9mjGbID3_dg0XAmvaxZbHd1KNJGTkOxhPHGsJ2crspsg6GieVajiTBiIk9CePkHXy9vieIbrIlsK8ikJ-0N2cj_QvtJK0zqUATq6N4EAPki9dDV4&__tn__=K-R">Barbara Gnisci</a> <a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=100000346167579&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/silvia.manzani?fref=mentions&__xts__%5B0%5D=68.ARBD9yWzAR1k_ZCC22fyZQr9mjGbID3_dg0XAmvaxZbHd1KNJGTkOxhPHGsJ2crspsg6GieVajiTBiIk9CePkHXy9vieIbrIlsK8ikJ-0N2cj_QvtJK0zqUATq6N4EAPki9dDV4&__tn__=K-R">Silvia Manzani</a> e <a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1549381878&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/matteo.biserna?fref=mentions&__xts__%5B0%5D=68.ARBD9yWzAR1k_ZCC22fyZQr9mjGbID3_dg0XAmvaxZbHd1KNJGTkOxhPHGsJ2crspsg6GieVajiTBiIk9CePkHXy9vieIbrIlsK8ikJ-0N2cj_QvtJK0zqUATq6N4EAPki9dDV4&__tn__=K-R">Matteo Biserna</a>, <a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1151659341&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/silviabigi85?fref=mentions&__xts__%5B0%5D=68.ARBD9yWzAR1k_ZCC22fyZQr9mjGbID3_dg0XAmvaxZbHd1KNJGTkOxhPHGsJ2crspsg6GieVajiTBiIk9CePkHXy9vieIbrIlsK8ikJ-0N2cj_QvtJK0zqUATq6N4EAPki9dDV4&__tn__=K-R">Silvia Bigi</a> presenterà in anteprima il libro fotografico "Origine" insieme al suo gruppo di lavoro, <span class="text_exposed_show">potrete ammirare anche il lavoro di Luigi Stranieri "Itsu mo arigatou" in parallelo esposto anche al SiFest di quest'anno, <a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1618315337&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/francesco.antonelli1980?fref=mentions&__xts__%5B0%5D=68.ARBD9yWzAR1k_ZCC22fyZQr9mjGbID3_dg0XAmvaxZbHd1KNJGTkOxhPHGsJ2crspsg6GieVajiTBiIk9CePkHXy9vieIbrIlsK8ikJ-0N2cj_QvtJK0zqUATq6N4EAPki9dDV4&__tn__=K-R">Francesco Antonelli</a> ci parlerà del libro "Viaggio in Romagna" un racconto ancestrale di uomini e vini romagnoli.</span><br />
<div class="text_exposed_show">
Per i bambini e i genitori laboratori di manualità e creatività in
legno con il Magico Mondo di Ruty di Ambra Sama, l'artista e grafico <a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1564929018&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/massimiliano.marianni?fref=mentions&__xts__%5B0%5D=68.ARBD9yWzAR1k_ZCC22fyZQr9mjGbID3_dg0XAmvaxZbHd1KNJGTkOxhPHGsJ2crspsg6GieVajiTBiIk9CePkHXy9vieIbrIlsK8ikJ-0N2cj_QvtJK0zqUATq6N4EAPki9dDV4&__tn__=K-R">Massimiliano Marianni</a>
ci introdurrà alle tecniche di serigrafia e stampa su t-shirt con il
laboratorio Vision Print, le splendide amiche di Momo, Libreria per
ragazzi, cureranno un laboratorio per i più piccoli.<br />
A chiusura interverranno gli scrittori Diego Lama e Romano De Marco, intervistati da <a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=100012237665667&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/profile.php?id=100012237665667&fref=mentions&__xts__%5B0%5D=68.ARBD9yWzAR1k_ZCC22fyZQr9mjGbID3_dg0XAmvaxZbHd1KNJGTkOxhPHGsJ2crspsg6GieVajiTBiIk9CePkHXy9vieIbrIlsK8ikJ-0N2cj_QvtJK0zqUATq6N4EAPki9dDV4&__tn__=K-R">Federica Ferruzzi</a>, per presentare i finalisti del premio letterario per racconti "Insolito Forese" (premiazione 20 ottobre in Sala Tamerice).<br />
Ci saluteremo con una degustazione fotografica - conversazione dal
titolo "l'Anima del Vino" a cura dell'amico, castiglionese doc, <a class="profileLink" data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=1076650554&extragetparams=%7B%22fref%22%3A%22mentions%22%7D" href="https://www.facebook.com/cadebeosteriaenoteca?fref=mentions&__xts__%5B0%5D=68.ARBD9yWzAR1k_ZCC22fyZQr9mjGbID3_dg0XAmvaxZbHd1KNJGTkOxhPHGsJ2crspsg6GieVajiTBiIk9CePkHXy9vieIbrIlsK8ikJ-0N2cj_QvtJK0zqUATq6N4EAPki9dDV4&__tn__=K-R">Simone Rosetti</a>.<br />
Vi aspettiamo numerosi!</div>
</div>
</div>
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<a class="_4-eo _2t9n _50z9" data-ft="{"tn":"E"}" data-ploi="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/40104424_10216597307395684_68353743090876416_o.jpg?_nc_cat=0&oh=c32851b14aef7356934be34ba1a560a0&oe=5C0476D4" data-plsi="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/40159442_10216597307355683_8016191110885933056_n.jpg?_nc_cat=0&oh=964e981f1698e04f47265c70d319db15&oe=5C38A62A" data-render-location="timeline" href="https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10216597307315682&set=a.1024842351863&type=3" rel="theater" style="width: 516px;"></a><br />
<div class="uiScaledImageContainer _517g" style="height: 743px; width: 516px;">
</div>
<a class="_4-eo _2t9n _50z9" data-ft="{"tn":"E"}" data-ploi="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/40104424_10216597307395684_68353743090876416_o.jpg?_nc_cat=0&oh=c32851b14aef7356934be34ba1a560a0&oe=5C0476D4" data-plsi="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/40159442_10216597307355683_8016191110885933056_n.jpg?_nc_cat=0&oh=964e981f1698e04f47265c70d319db15&oe=5C38A62A" data-render-location="timeline" href="https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10216597307315682&set=a.1024842351863&type=3" rel="theater" style="width: 516px;">
</a></div>
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Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-428150424229537872018-08-09T09:36:00.000+02:002018-08-09T09:46:24.544+02:00Cassetto n°178<h1 class="_5gmx" data-testid="event-permalink-event-name" id="seo_h1_tag">
<span style="font-size: small;">Sotto la Superficie. Dipinti, disegni, pirografie.</span></h1>
<div style="text-align: justify;">
<span>All'interno della loggetta Miro Fabbri, presso l'Associazione e
Fondazione La memoria storica di Brisighella "I Naldi - Gli Spada", si
incontrano per la prima volta le opere di Matteo Biserna e Paolo
Montuschi: due artisti che dialogano e descrivono il corpo, la
superficie e l'interiorità dell'animo umano.<br />La mostra, a cura di
Elisabetta Zambon, cerca di esplorare con il linguaggio artistico della
pittura del disegno e della parola il rapporto tra interno - esterno, tra
corpo e la pelle, la membrana emotiva ed emotiva che distingue il sè
dal non sè.<br />Il percorso mira a stimolare una riflessione sul potere
delle immagini, sulla descrizione anatomica ed emotiva del corpo e del
suo rapporto con l'ambiente in un'epoca di sovrastimolazione visiva e
sensoriale.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1dMpV3_1Id5DJ17Yuk2QhwFnd-lA9Y7W6QF7izr6xUAfkD7k4ALPt6rWy4m2mmWWpLQ3FCSiI-_WlCnG5Kff0wUrwmQrehSf-4i79YC5EKYMU-ZNdyTc7Vin2K2DI2rztEc1Qq0phPZY/s1600/le+due+et%25C3%25A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1dMpV3_1Id5DJ17Yuk2QhwFnd-lA9Y7W6QF7izr6xUAfkD7k4ALPt6rWy4m2mmWWpLQ3FCSiI-_WlCnG5Kff0wUrwmQrehSf-4i79YC5EKYMU-ZNdyTc7Vin2K2DI2rztEc1Qq0phPZY/s320/le+due+et%25C3%25A0.jpg" width="320" /></a></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0256xQGD8Iz7oWrUGBsOYqX16X0VRumwRtWhbgYRgit32zgUL9YWO7zUNdhoDM-7RRXz9euwybR9U7xaHQrpJpnyMEQCRwiBVgvOJT9PqbbOutkleSQBXgUMkYbwAegwtTCMOfJJMe_4/s1600/sotto+la+superficie+-+volantino-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1570" data-original-width="1600" height="628" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0256xQGD8Iz7oWrUGBsOYqX16X0VRumwRtWhbgYRgit32zgUL9YWO7zUNdhoDM-7RRXz9euwybR9U7xaHQrpJpnyMEQCRwiBVgvOJT9PqbbOutkleSQBXgUMkYbwAegwtTCMOfJJMe_4/s640/sotto+la+superficie+-+volantino-2.jpg" width="640" /></a>Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-59240875110700657182017-09-19T19:50:00.005+02:002017-09-19T19:51:12.071+02:00Cassetto n°177<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Nell'ambito di "<b>Forese Arte Festival</b>" 2017, presso palazzo Grossi, a Castiglione di Ravenna, solo per il giorno 24/09/2017 sarà possibile visitare la mostra "<b>Talea</b>" di Matteo Biserna:</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
una raccolta di lavori recenti che verranno esposti all'interno della splendida costruzione cinquecentesca in una giornata ricca di eventi e di spunti culturali e artistici.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiimI5gL_oWPq7n_amP5JZQaJ7QpTA2txvls4I9CVYyEG0tSVsS78fgKCwtHY5Gg3f5MPGXEkQi67p8dQMbblqxLr64PbbPjpJIlwXu_ZEAf7y-1ocSdm3LwjSb0d4wnmW_bpeZFKzf9lY/s1600/Locandina+arte+festival+2017_+70x100.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="462" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiimI5gL_oWPq7n_amP5JZQaJ7QpTA2txvls4I9CVYyEG0tSVsS78fgKCwtHY5Gg3f5MPGXEkQi67p8dQMbblqxLr64PbbPjpJIlwXu_ZEAf7y-1ocSdm3LwjSb0d4wnmW_bpeZFKzf9lY/s640/Locandina+arte+festival+2017_+70x100.jpeg" width="459" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKcB5s-Rs6cFnvrB6HIWBPZZT-zo90Zdg5Dkn4m7IlluBssHAsFGuJQaz3eKQ0zmGuD0qWDKGoXFetFQdbe-jw46AgGtNSoaD1husjLzwG8dsZvMyPSUZrEqM3CtxhiKneMCklBJ0edjU/s1600/15-06-08-palazzo+grossi-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="338" data-original-width="600" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKcB5s-Rs6cFnvrB6HIWBPZZT-zo90Zdg5Dkn4m7IlluBssHAsFGuJQaz3eKQ0zmGuD0qWDKGoXFetFQdbe-jw46AgGtNSoaD1husjLzwG8dsZvMyPSUZrEqM3CtxhiKneMCklBJ0edjU/s400/15-06-08-palazzo+grossi-2.jpg" width="400" /></a></div>
<br />Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-9872838954797744272017-02-16T17:12:00.001+01:002017-09-18T21:32:02.448+02:00Cassetto n°176Qui di seguito una breve intervista che ho rilasciato per il collettivo ravennate "Visibile", anno 2017.<br />
<br />
<br />
Ciao Matteo, Quando hai iniziato a dipingere? Descrivici il tuo primo approccio con la<span class="text_exposed_show"> pittura.</span><br />
<div class="text_exposed_show">
Ho iniziato a dipingere esattamente nell'aprile 2014, anche se qualcosa
avevo già fatto al liceo artistico. Era un momento piuttosto brutto, e dato
che non riuscivo davvero a scrivere nulla, che era la mia passione e
sfogo precedente, cercai di dipingere su una vecchia tela che girava in
casa la donna che vedevo in quel periodo nei miei sogni. Una sorta di
madrina inquietante che poi scoprì essere Elizabeth Ann Short, che era
penetrata nella mia immaginazione da chissà poi quanto tempo.<br />
<br />
C’è un movimento artistico o un artista che hanno influenzato maggiormente le tue opere? Se si, in che modo?<br />
Sono molto volubile nei gusti e nelle preferenze artistiche, mi piace
attingere da tutto ciò che vedo e ascolto. Se dovessi fare qualche nome,
senza modestia butterei giù Rembrandt per la luce e la carne, Bacon per
la trasfigurazione e l'abbandono delle regole formali, Nicola Samorì
per la capacità di vedere oltre gli strati del dipinto.<br />
<br />
Quando e come hai iniziato a vederti come artista?<br />
Non so se potermi permettere l'appellativo di artista, forse anche
perché vedo un po' ottusamente la cosa legata al fatto di mantenersi
economicamente con la propria arte, cosa che non faccio dato che sono
psicologo.<br />
<br />
Tecnicamente: usi dei modelli? Come inizi un’opera? Hai un metodo preciso?<br />
Non uso modelli e spessissimo inizio nel caso più totale, in alcuni
periodi compro molte tele e cartoncini bianchi e una sera traccio
qualche linea con la sanguigna o la matita e partendo da quello.
Ultimamente sono un appassionato raccoglitore di vecchi legni ed assi
che accumulo nella speranza di poter dare loro, un giorno, maggior
risalto.<br />
<br />
In che circostanze vengono le idee migliori?<br />
Nel
mio caso le idee migliori vengono nella costrizione, con i mezzi più
scarsi e recuperati, in piedi prima di uscire, o nel mezzo del lavoro,
mai insomma quando dedico loro maggior tempo e spazio, per questo temo
più il candore di uno studio e una tavolozza piena di colore, alla
fretta e al nervosismo della quotidianità per me immensamente più
stimolanti.<br />
<br />
Collezioni qualche oggetto?<br />
Colleziono
coltelli a serramanico e sassi. In generale sono affascinato dagli
oggetti provenienti da vecchie case, sono un po' cleptomane.<br />
<br />
Sappiamo che sei psicologo, che ruolo ha avuto la psicologia nel tuo percorso artistico?<br />
La psicologia è arte, nel senso che se tenti di separarle le avvicini
maggiormente, molti mi fanno notare che un immaginario tanto tetro poco
si addice alla mi professione, rispondo che dipingo quello che mi rimane
nelle sedute, il dolore: l'arte è carta assorbente.<br />
<br />
Ti dispiace doverti distaccare da un pezzo che hai venduto?<br />
Si, mi capita e infatti ho molte opere che continuo a promettere, ma so che non venderò.<br />
<br />
Metti i tuoi quadri in rete? Dove possiamo vederli?<br />
Sto cercando di mettermi a fare un sito, mi serve qualcuno di più
esperto, per ora ne pubblico in continuazione sul mio Facebook e
Instagram anche se capisco che siano mezzi troppo dispersivi e non
professionali. Mi ci metterò.<br />
<br />
Quali sono gli elementi fondamentali che caratterizzano il tuo lavoro?<br />
Nei miei quadri troverete sempre del nero: è un colore che adoro e
troverete le imprecisioni: non sono un accademico, mai troppa cura. Sto
provando a studiare il colore ad olio e i diversi passaggi, ma sono
comunque un pittore impulsivo ed approssimativo, non farò mai un Van
Dyck o un ritratto iper realista, non mi interessano.<br />
<br />
Nell’arte non ci sono guide, come sai qual è la cosa successiva che devi fare?<br />
Sto provando a darmi un metodo, un filone da seguire, dato che sono
molto disorganico, almeno per legare tra loro delle serie di opere. Ora
sto lavorando a dei corpi che rappresentino i sette vizi capitali. Un
altro modo di darsi un ordine sono le collaborazioni: abbiamo appena
fondato <a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/oltremusica?source=feed_text&story_id=727417634094573"><span class="_5afx"><span class="_58cl _5afz">#</span><span class="_58cm">oltremusica</span></span></a>,
con Paolo Cantarelli e Paolo Farnedi un progetto che mira ad esplorare
le affinità e le connessioni tra arte visiva e composizione musicale.<br />
<br />
Arte come urgenza o esibizione?<br />
Decisamente come urgenza, come necessità, ma c'è sempre della vanità.<br />
<br />
L’arte è diventata davvero una “splendida superfluità” (disse Hegel), o può ancora avere una funzione sociale?<br />
Per me ha ancora una funzione sociale, nel senso che anche permettere a
un singolo individuo di esprimersi e dire qualcosa è una funzione
sociale, a prescindere da messaggio trasmesso o della sua rilevanza o
correttezza.<br />
<br />
Quando vidi per la prima volta i tuoi dipinti furono
delle vere e proprie apparizioni, figure che emergono da luoghi bui e
sconosciuti, è così anche per te? Da dove vengono?<br />
<br />
Da poco mi
sono rimesso a chiedermelo: l'arte può diventare una mera procedura e un
soggetto dotato tecnicamente può fare buoni lavori anche puntando solo
sulla propria mano, ma il quadro che ti entra dentro, che devi finire,
che devi vedere più volte al giorno, magari anche solo in foto al
cellulare, ti trasmette una vibrazione più interna che non credo sia
riassumibile in qualche modo. É un umore.</div>
Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-4165616629487900612017-02-04T16:15:00.002+01:002017-02-16T17:10:51.462+01:00cassetto n°175<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1lGJASmXFKkB8NDB7kVjU5mgdpIV5OP0Kia20w8qGRfpe19w90sOJ9aAhK5nrabDitTzsOcLSD66iFKVDLrlqGp1ND_cH3h9kSLYNSZrBv-AUPHjOZCoWkokwPhv3YXGRPuuuMaPnZBI/s1600/16492402_10211998465107404_769576549_o.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1lGJASmXFKkB8NDB7kVjU5mgdpIV5OP0Kia20w8qGRfpe19w90sOJ9aAhK5nrabDitTzsOcLSD66iFKVDLrlqGp1ND_cH3h9kSLYNSZrBv-AUPHjOZCoWkokwPhv3YXGRPuuuMaPnZBI/s640/16492402_10211998465107404_769576549_o.png" width="560" /></a></div>
<br />Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-24611913486947266592017-01-15T10:11:00.002+01:002017-01-20T08:44:29.532+01:00cassetto n°174<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3wzJXtM-SwtQme2Q6Am3SfjmDrsLNCPd0rXvIq6q5ezaAFlmh5BpdQ6AekIlEhd3gVyDffPylUhTct20oCPAdPLxQGQMszHGGRKdxNrEaFi0aOqwwlA4h2jADBqHVVW3SnFJ9AbK8SZE/s1600/ilvelodimaya.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3wzJXtM-SwtQme2Q6Am3SfjmDrsLNCPd0rXvIq6q5ezaAFlmh5BpdQ6AekIlEhd3gVyDffPylUhTct20oCPAdPLxQGQMszHGGRKdxNrEaFi0aOqwwlA4h2jADBqHVVW3SnFJ9AbK8SZE/s400/ilvelodimaya.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">La cultura ci avvicina alla conoscenza o ce ne separa?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">Queste opere sono il frutto del tempo rubato ad altre attività, ad altre scelte, mentre da sempre cerco di esplorare i miei limiti per riflettere sulle relazioni, sul rapporto con la natura e con le forze che la compongono: dipingere è solo uno dei tanti linguaggi che possono permetterci di familiarizzare con le verità, affrontando le nostre ombre.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">La mia pittura ha sempre e comunque risentito del rumore di fondo della mia esperienza, uscendone talora esaltata, talora mutilata, ma sempre diversa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">Le continue morti e rinascite che contraddistinguono il ciclo di tutto, possono indurci ad aprire gli occhi o a coprirli con tele sempre più spesse e fitte, la funzione che ha l'arte, per me, è appunto scostare il “Velo di Maya” e fare esperienza di “altre vite” “altri occhi” “ altri segni” possibili e procedere per altre stanze.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">L'installazione “Il Velo di Maya” si pone appunto come un'esperienza sensoriale integrata e fusa con uno strato sonoro prodotto nell'ambiente dal progetto </span><a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/oltremusica" style="background-color: white; color: #365899; cursor: pointer; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; text-decoration: none;">#Oltremusica</a><span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;"> di Paolo Cantarelli e Paolo Farnedi e i reperti di Matteo Gritti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">L'interazione con il pubblico sarà indispensabile per creare un'opera durante lo svolgimento della mostra stessa e procedere, così, in nuove stanze.</span></div>
Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-81084697533641610612016-12-16T14:03:00.002+01:002016-12-16T14:03:46.066+01:00Cassetto n°173<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="background-color: white;"><b>Sardìnnia</b></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="background-color: white;"><b>Le radici piantate nel mare</b></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="background-color: white;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV8qHUCvgHicRb-hfIwmZqMEboVUaQwgfYX63tcS9yWBZzEPKy_OxAk_932FPoj1aCJ3-BWjYo8Uq_Y_KZDpHJQlE6tULS63VixHkwCctOfNAP0cBgZxnBdzdqgRIfCJxbhEdh_UYE2dk/s1600/15380437_10211006754555357_2312725311199238474_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV8qHUCvgHicRb-hfIwmZqMEboVUaQwgfYX63tcS9yWBZzEPKy_OxAk_932FPoj1aCJ3-BWjYo8Uq_Y_KZDpHJQlE6tULS63VixHkwCctOfNAP0cBgZxnBdzdqgRIfCJxbhEdh_UYE2dk/s400/15380437_10211006754555357_2312725311199238474_n.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh31xRgpVtrtRHE8ArBo-XhhR_nEGOQWxRh6l7Cg0AubsT9x1K0dSEf-VvQZSwytqVvY2riKU_pDm1_JWexDJDASTqlVpje-jtw1jirpxhVnsSKTWMmj7TNApEW_DXSW5TlFLRHC_B3ucs/s1600/_MG_6042-Modifica.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh31xRgpVtrtRHE8ArBo-XhhR_nEGOQWxRh6l7Cg0AubsT9x1K0dSEf-VvQZSwytqVvY2riKU_pDm1_JWexDJDASTqlVpje-jtw1jirpxhVnsSKTWMmj7TNApEW_DXSW5TlFLRHC_B3ucs/s400/_MG_6042-Modifica.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="background-color: white;"><b><br /></b></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="background-color: white; color: #4b4f56;">La Sardegna raccontata in una mostra: persa tra Europa e Africa, coperta di mirto e asfodelo e da un filo di sangue... </span></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="background-color: white; color: #4b4f56;">è come se non avesse mai veramente avuto un destino chiaro, vicina e lontanissima, preda di Spagna, Arabi e Fenici. </span><br style="background-color: white; color: #4b4f56;" /><span style="background-color: white; color: #4b4f56;">Nessun fato. Lasciata fuori dal tempo e dalla storia, massa rocciosa che si erige sul mare.</span><br style="background-color: white; color: #4b4f56;" /><span style="background-color: white; color: #4b4f56;">Il popolo sardo e la sua terra vengono scrutati da Matteo Biserna in questa esposizione di pochi veloci disegni, segni aspri, accompagnati da una rapida degustazione di vini e prodotti tipici legati al territorio.</span><br style="background-color: white; color: #4b4f56;" /><span style="background-color: white; color: #4b4f56;">Un'occasione per parlare di un popolo profondamente umano e nuovo, legato alla terra e ai suoi frutti, come la romagna.</span><br style="background-color: white; color: #4b4f56;" /><span style="background-color: white; color: #4b4f56;">Siete tutti invitati a prendervi parte dal 20 dicembre 2016 allo Spanacaci Bistò, via Ungaretti 70, Russi.</span></span>Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-72124917551761976312016-11-29T14:26:00.002+01:002016-11-29T14:34:22.118+01:00Cassetto n°172Come ho detto alla recente presentazione di una mostra fotografica I N C I P I T: <i>" ...per me la pittura è la lingua della minacce interne, che mi permette di rappresentarle e di parlare loro con una lingua comune".</i><br />
Per chi vuol capire dove sta andando nessuna informazione è più preziosa di sapere di aver tanto da fare, da camminare.<br />
Ogni giorno i tre maestri viventi che prediligo non fanno che indicarmi quest'unica, necessaria e stretta via.<br />
<br />
<br />
Nell'ordine:<br />
<br />
Odd Nerdrum, Nicola Samorì, Agostino Arrivabene.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9UcJgTSWoZ7SMx7VTqe2EYdS8VbzAdSbwnn9hyphenhyphenh3vR4feRUIMhmc7ahymmN4DJgcxMRMhaJLVi4_tqpI5CmKOS4V5PjfnlH6ubEpucLWqO9yFTB82xbHz-jTAwj-yRcZy8QzSw86kxUk/s1600/11028876_1563351160620662_1751903873_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="505" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9UcJgTSWoZ7SMx7VTqe2EYdS8VbzAdSbwnn9hyphenhyphenh3vR4feRUIMhmc7ahymmN4DJgcxMRMhaJLVi4_tqpI5CmKOS4V5PjfnlH6ubEpucLWqO9yFTB82xbHz-jTAwj-yRcZy8QzSw86kxUk/s640/11028876_1563351160620662_1751903873_o.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV44JgGDvG4MQ0Gvg2ngDTopEJ4WkOWjT0lDLly34J9yokyGbkP-KdUcLBrfRFCXxMpRLuYKXCRzuIg0bXLoQqFgoAo1VCAJVr7BQ2jvsJaeBJoMLrFnnitX8ywW3JpuSF_2DqZEzsYRc/s1600/15171208_366936406984314_5287632182399037565_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV44JgGDvG4MQ0Gvg2ngDTopEJ4WkOWjT0lDLly34J9yokyGbkP-KdUcLBrfRFCXxMpRLuYKXCRzuIg0bXLoQqFgoAo1VCAJVr7BQ2jvsJaeBJoMLrFnnitX8ywW3JpuSF_2DqZEzsYRc/s640/15171208_366936406984314_5287632182399037565_n.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlh4EsMBTkaq8MQmuzJEGmYY5ikwB0_2QqYTMKo3Wxl5c3LljZD1XkZrkDFaW_5ALzaX5FxdjU68Kp_egPTSnrK-9VLoeXSUAfCOKbVF1PQkfyKxP-JJcanlNgf_wLfaT5uwShgjDt8zY/s1600/ARRIVABENE_SPECCHIO-NERO_2015_OLIO-SU-LEGNO_CM-54X41-e1457710868317.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlh4EsMBTkaq8MQmuzJEGmYY5ikwB0_2QqYTMKo3Wxl5c3LljZD1XkZrkDFaW_5ALzaX5FxdjU68Kp_egPTSnrK-9VLoeXSUAfCOKbVF1PQkfyKxP-JJcanlNgf_wLfaT5uwShgjDt8zY/s640/ARRIVABENE_SPECCHIO-NERO_2015_OLIO-SU-LEGNO_CM-54X41-e1457710868317.jpg" width="483" /></a></div>
Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-12220020414292290192016-11-21T09:41:00.002+01:002016-11-21T09:41:56.211+01:00Cassetto n°171<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
L'Inizio del Fuoco</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-TpHttYQO3ZAIUpd3tvCjvujhNtGncm427HXgaidgkdOSbmSiVN6qVgFquABNuY1dF9QzcxYS09Wp6ISKlD5md1CBjwBJQ2dGR7COuDXw_4RxdcicyH1TpIxKzPnXKDN2D-gUnza2Flg/s1600/12735707_10207996530778526_28647103_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-TpHttYQO3ZAIUpd3tvCjvujhNtGncm427HXgaidgkdOSbmSiVN6qVgFquABNuY1dF9QzcxYS09Wp6ISKlD5md1CBjwBJQ2dGR7COuDXw_4RxdcicyH1TpIxKzPnXKDN2D-gUnza2Flg/s320/12735707_10207996530778526_28647103_n.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEim1guHPSCKt9xit6JH9-ycp3YwLSY8zIihf3OXCA-5KxXJ_hgf7qAh0A7xYsOC4csQafXMCotUF0RFOZVlYi1pY9eBBIenarqR5WeJ1Di7zEaEwMdKixqfCqMe8gQEqLkU75swme_bIgU/s1600/14713054_10210498544210416_5839173982147576548_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEim1guHPSCKt9xit6JH9-ycp3YwLSY8zIihf3OXCA-5KxXJ_hgf7qAh0A7xYsOC4csQafXMCotUF0RFOZVlYi1pY9eBBIenarqR5WeJ1Di7zEaEwMdKixqfCqMe8gQEqLkU75swme_bIgU/s320/14713054_10210498544210416_5839173982147576548_o.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; text-align: start;">Bruciare, cuocere, fertilizzare, rinnovare, dimenticare, augurare.</span><br style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; text-align: start;" /><span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; text-align: start;">Le più antiche feste e i rituali dell'Italia e della Romagna rurale sono da secoli legate al fuoco: la sua funzione in campagna ed i miti ad esso connessi sono al centro di questa piccola produzione pittorica collocata all'interno del Forese Arte Festival a Castiglione di Ravenna (RA).</span><br style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; text-align: start;" /><span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; text-align: start;">La sonorizzazione dell'esposizione è a cura di Alessandro Bucci (progetto Maka Isna) e di Francesco Lenzi con il quale cura il progetto Donnie's Leach 88.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; text-align: start;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; text-align: start;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; text-align: start;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: white; color: #4b4f56; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; text-align: start;"><br /></span></div>
Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-50989338305485953832016-11-05T21:10:00.001+01:002016-11-05T21:10:56.026+01:00Cassetto n°170I pensieri che non volevo mi toccassero tra ieri e oggi in ordine sparso sono:<br />
<br />
- ogni volta che accendo il gas mi vengono in mente le vacanze in montagna<br />
- ma io devo lavorare anche per comprare i cotton fioc delle orecchie?<br />
- ma quando muori, allora poi basta?<br />
- quanto manca a Pasqua?<br />
<br />
Il resto è solo riscaldamento e affitto.<br />
<br />Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-41278538662746519752016-10-15T11:36:00.001+02:002016-10-15T11:36:53.598+02:00Cassetto n°169<div class="p1">
Mi trovo a pensare a cosa sia un uomo, piegato i due con le chiavi dell'appartamento in mano e un dolore perpendicolare allo stomaco, mi chiedo cosa sia.</div>
<div class="p1">
Mi piacerebbe fare un disegno, perché oggi riesco meglio con questo, ma qui non posso.</div>
<div class="p1">
Era come vedere l'alba ogni volta, era come bere del fuoco</div>
<div class="p1">
Se mi chiedessero cosa voglio oggi non avrei dubbi, questo è il vantaggio di perdere chi si ama: fare le proporzioni, vorrei tornare dove stavo, anche poco fa e ci stavo bene.</div>
<div class="p1">
Se incontri qualcuno di davvero pericoloso, in giro, non potresti essere tu, dall'altra parte? </div>
<div class="p1">
Dovrei abituarmi a pensare in modo diverso. Ci sto investendo molto, non sempre è facile. Non lo è mai, in realtà</div>
<div class="p1">
Ricordo la rabbia stampata nei luoghi della mia infanzia, ricordo parole che ferivano, e schiaffi veloci, che tagliavano l'aria sul mio naso. Ricordo che non avevo paura, ora ne ho molta.</div>
<div class="p1">
Ricordo anche il giorno che capì che questa roba non sarebbe passata facilmente, e lo sconforto, la delusione, il lutto.</div>
<div class="p1">
Trovai il modo di camminarci sopra, come ora che i pomeriggi sono scuse per spostarsi a bere caffè da un bar all'altro, scuse per spostarsi continuamente, mentre vorrei restare. Immobile. Dormire</div>
<div class="p1">
Essere il tuo angelo mentre divento la cosa che ripudi, l'odio che ti paralizza. </div>
<br />
<div class="p1">
Essere.</div>
Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-39940577846510100832016-09-03T10:03:00.001+02:002016-09-03T10:03:51.435+02:00Cassetto n°168<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMxAkmKdN5Oy9UAc-QrbN_HXNZICnU2ec7A2FV87JEte01ih_DdCXw_FxWYQTezqpUGqgqo2fAZ3VbcxWtFBGzF7hPgxDlol0uUQ39_0SvhDy_FbkePV5Inqp67TeWliEuyJxDeHvAbAg/s1600/Placenta2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMxAkmKdN5Oy9UAc-QrbN_HXNZICnU2ec7A2FV87JEte01ih_DdCXw_FxWYQTezqpUGqgqo2fAZ3VbcxWtFBGzF7hPgxDlol0uUQ39_0SvhDy_FbkePV5Inqp67TeWliEuyJxDeHvAbAg/s640/Placenta2.jpg" width="451" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px;">
Siamo alla continua ricerca del significato e schiacciati dal senso del tempo. </div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px;">
La natura ci impone scadenze, rapide prese di decisione e ci dota di strumenti vari per farlo: strategia, mimetismo, piume, antenne, fauci, corazze o squame. </div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px;">
La mostra si interroga sul meccanismo fondamentale di lotta per la sopravvivenza inteso come dicotomia attacco/fuga, vita/morte, ma prima cosa ancora come scelta del tempo giusto: a volte del tempo maturo, altre del tempo del prima che...</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px;">
<br />
Più che della ricerca del senso ci interessa indagare il funzionamento, perché forse il senso sta proprio nel come si fa...</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-top: 6px;">
Perché facciamo quel che non sappiamo e funziona.</div>
<br />Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-8735322804200906132016-04-22T07:48:00.002+02:002016-04-22T07:48:29.332+02:00Cassetto n°167<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvFRb0VCrI4_LPSSx_oaGWBmt1k7klhorzR4JtdLunCjOrEidalet2NLZ5BobOYanhS_6-22REAK1uqdLAnTehALxn-LcybAzxhjpXA1huW6H-q4V7hSOMJs1_wk3_2BX8CrYQiYvm4Io/s1600/12294703_10208674991502738_8360292426370451325_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvFRb0VCrI4_LPSSx_oaGWBmt1k7klhorzR4JtdLunCjOrEidalet2NLZ5BobOYanhS_6-22REAK1uqdLAnTehALxn-LcybAzxhjpXA1huW6H-q4V7hSOMJs1_wk3_2BX8CrYQiYvm4Io/s400/12294703_10208674991502738_8360292426370451325_n.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
dal 2 aprile al 2 giugno</div>
<br />Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-58931712172368301212016-02-25T14:32:00.002+01:002016-02-25T14:35:04.883+01:00Cassetto n°166<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: #fefefe; color: #373e4d; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; line-height: 15.36px; white-space: pre-wrap;"> Perire per rinascere.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-tm2dXXZHecQuWA6_oS4CVfNoVdumxXvAxeTof5tja9Cv710SPxtHiE-mmSoLW3wcOS9h5tmb6aiFbDApPz9SQyUc5utHFOTgpa8_Qz2dzHegZPVrzFXPdsPd0U2UckM6tCXl5rHkDEQ/s1600/12728852_10208500275482698_1120442710360588941_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-tm2dXXZHecQuWA6_oS4CVfNoVdumxXvAxeTof5tja9Cv710SPxtHiE-mmSoLW3wcOS9h5tmb6aiFbDApPz9SQyUc5utHFOTgpa8_Qz2dzHegZPVrzFXPdsPd0U2UckM6tCXl5rHkDEQ/s640/12728852_10208500275482698_1120442710360588941_n.jpg" width="450" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #fefefe; color: #373e4d; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; line-height: 15.36px; white-space: pre-wrap;">cut through – solcare, creare un solco in senso figurativo. </span></div>
<span style="background-color: #fefefe; color: #373e4d; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; line-height: 15.36px; white-space: pre-wrap;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #fefefe; color: #373e4d; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; line-height: 15.36px; white-space: pre-wrap;"><span style="line-height: 15.36px;">C’e’ uno stretto rapporto tra arte&psicologia, o per meglio dire tra l’azione e la mente che la esegue. Ed è proprio questo stretto legame tra l’interiorità e necessità di esprimerla, mutarla, evolverla in un “energia altra”, tramite il tratto grafico, mettere nero su bianco le proprie emozioni, i turbinii interiori e la voglia di riemergere dal caos, che lega Matteo Biserna e Maria Chiara Miccoli. </span></span></div>
<span style="background-color: #fefefe; color: #373e4d; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; line-height: 15.36px; white-space: pre-wrap;">
</span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #fefefe; color: #373e4d; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; line-height: 15.36px; white-space: pre-wrap;"><span style="line-height: 15.36px;">Due personalità differenti, due racconti differenti, due tratti differenti, ma che hanno entrambi il compito di placare le tempeste interiori, di sviscerare quel sentimento “sublime” tipico dell’epoca del romanticismo. Il “sublime kantiano”, che non deriva, come il bello, dal libero gioco tra sensibilità e intelletto, ma dal conflitto tra sensibilità e ragione. </span></span></div>
<span style="background-color: #fefefe; color: #373e4d; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; line-height: 15.36px; white-space: pre-wrap;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 15.36px;">Si ha pertanto quel sentimento misto di sgomento e di piacere che è determinato sia dall’assolutamente grande e incommensurabile, sia dallo spettacolo dei grandi sconvolgimenti e fenomeni naturali che suscitano nell’uomo il senso della sua fragilità e finitezza. </span></div>
Un’ interiorità fragile, sconnessa dal resto del mondo, quella “scatola nera” che raccoglie delusioni, paure e desideri inafferrabili, derivanti dalla vita quotidiana. L’arte e l’espressione artistica sono qui strumenti per rappresentare conflitti interiori, e, come direbbe Freud, arte come appagamento dei desideri rimossi. La cosiddetta “arte come processo di difesa e consolazione”, non un inno alla gioia e alla liberazione freudiano, ma un lungo processo di presa di coscienza, una liberazione dell’ES dalla gabbia delle difficoltà della vita, come libera espressione delle pulsioni e dei desideri più reconditi.
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 15.36px;">Due forze oniriche sono qui rappresentate dagli illustratori; da una parte i miti, e le tragedie, come protagoniste donne consapevoli del proprio destino, incapaci di esimersi da ciò che le aspetta, illustrate in un’astrazione temporale, come bloccate, congelate dalla mano della Miccoli, in quell’istante in cui tutto si sta per compiere, in cui un destino, una vita, trovano la propria inerme sorte. Ma anche un finale liberatorio, una sorta di espiazione delle proprie colpe e amara consolazione. Sancire una fine per la liberazione dell’animo in conflitto. Pochi i colori usati dall’artista, ma molto luminosi, utilizzati come esaltazione dei dettagli e come sottolineatura dell’atto tragico che si sta compiendo. Tragedia e morte in conflitto con un tratto definito, dettagliato e dolce; i visi delle sue eroine greche emergono dalla superfice e penetrano lo sguardo di chi le osserva, trasmettendo un racconto senza parole, fatto di emozioni e vite strettamente legate dal sottile confine tra vita e morte. </span></div>
Dall’altra abbiamo invece i personaggi grezzi e tormentati di un Biserna dal tratto nevrotico, che cerca di “ferire” il foglio o la tela, facendo emergere la tormentata conflittualità interiore, una sorta di “sanguinamento” violento e continuo, atto a liberare le proprie gabbie interiori. Personaggi immaginifici, un autoritratto interiore “camuffato” pieno di rabbia e senza parole. Il forte uso del nero porta lo spettatore ad immergersi in quel mondo di terrore, senza luce o vie di fuga. Matteo Biserna usa pochissimi colori, predilige il nero e il bianco, c’è poca ricerca di spazialità o profondità, la sua bidimensionalità porta comunque ad un immaginario ben strutturato, quasi orrorifico. Un’espiazione anche la sua, una continua ricerca di tranquillità, una necessità di calmare una tempesta interiore che distrugge silenziosamente ogni possibile ostacolo.
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 15.36px;">Per questo parliamo di “solco”, un solco figurativo, un solco impercettibile alla vista, ma che lascia segni evidenti dell’animo di chi esegue e di chi osserva, una necessità di utilizzare il medium della pittura come unico linguaggio possibile per comunicare al mondo la propria sofferenza e la propria solitudine. Un mondo onirico incapace di poter comunicare con il mondo materialista, dove non c’è tempo né spazio per poter ascoltare un urlo silenzioso, una ricerca di aiuto che diviene, al tempo stesso, cura di sè e liberazione degli esecutori. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 15.36px;">Perire per rinascere.</span></div>
</span>Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-62384397663249145782016-01-02T12:31:00.001+01:002016-01-02T12:31:37.961+01:00Cassetto n°165<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Una raccolta degli ultimi lavori in cui ho esplorato il legame tra l'ambiente naturale e l'Anima dei suoi abitanti:</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">un trapianto di corna, rami, radici, sentieri di fuga, impressi sulla tela e sul foglio</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">In Rocca a Forlimpopoli, dal 5 al 10 gennaio 2016</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLBVQZeFig-JiqQyR0TzRvVcUCzs2q_AKXxoiSdbHxSQ0GOjDv2JUzRdio3tbfm0yit7vRNXurnF1tc9-BVIVO77iu0wwxfO_By6OJgFX4FYh3_42K8pbitTbsqAvHne59S9buUqpf6R8/s1600/anima-web.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLBVQZeFig-JiqQyR0TzRvVcUCzs2q_AKXxoiSdbHxSQ0GOjDv2JUzRdio3tbfm0yit7vRNXurnF1tc9-BVIVO77iu0wwxfO_By6OJgFX4FYh3_42K8pbitTbsqAvHne59S9buUqpf6R8/s640/anima-web.jpg" width="452" /></a></div>
Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-33053814870865965922015-12-13T00:16:00.003+01:002019-09-06T07:38:08.934+02:00Cassetto n°164Sogno<br />
di planare infinite rampe di scale<br />
occhi chiusi a forma di porta<br />
di piante con grandi foglie verde smeraldo<br />
di forme assurde ed importanti<br />
congiunte come mani<br />
sogno di capire cosa racchiude<br />
il sogno<br />
di un bambino di spalle in fondo alle scale<br />
(che sono forse io)<br />
di<br />
non arrivarci mai<br />
sempre vicino, sempre poco prima<br />
di<br />
stringere i denti e<br />
tenere la mano a un moribondo nel letto<br />
di ospedale<br />
il moribondo è Dio e<br />
Sogno<br />
di un Sogno<br />
di vene sparse sulle braccia<br />
buttate sott'acqua, scolate come<br />
le braccia, che prendono<br />
che assorbono<br />
sogno cadere sul fondo<br />
forte dei miei polsi forti<br />
Sogno la fine di tutto<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_a7ObPPBnHSkxDc8I6-OO77gYuLnoLBXTckHBXau0E1hdFxXvksMO8y-OdaZKrIAaS5ZlHV8TWR4ra97P9unYg_JZZHFCkntzwayojr9XNegurPQJE_PPXnMIAoEMnL6QDO0uLnA2-w4/s1600/anders-petersen-108.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="312" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_a7ObPPBnHSkxDc8I6-OO77gYuLnoLBXTckHBXau0E1hdFxXvksMO8y-OdaZKrIAaS5ZlHV8TWR4ra97P9unYg_JZZHFCkntzwayojr9XNegurPQJE_PPXnMIAoEMnL6QDO0uLnA2-w4/s320/anders-petersen-108.jpg" width="320" /></a></div>
<br />Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-81300150969882674502015-11-27T01:07:00.004+01:002015-11-27T07:09:29.247+01:00Cassetto n°163<div style="text-align: justify;">
La cosa che mi scoccia di più, che mi urta, è che ho fatto questo tuffo solo per dovere</div>
<div style="text-align: justify;">
Già è notte, salgo su per ogni scalino chiedendomi chi diavolo me lo abbia imposto, poi, arrivato in cima, capisco che sono solo io, a volerlo fare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il tuffo del Diavolo lo fanno tutti, di notte, poi io sono cresciuto qua e sono l'unico a non aver mai provato, anche le ragazzine di quindici anni lo fanno, decine di volte, ogni notte.<br />
Qua è una specie di consuetudine, un rito. Arrivato in cima non si vede nulla, la pozza sotto è profonda otto metri e non ci sono rischi. Dicono.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Non ci sono rocce, non c'è nulla, vedrai che bello che è, è come una doccia al contrario, dal basso.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Che poi c'è Francesca, bruna, occhi grandissimi, che brillano, la luna, dentro a quegli occhi, mi sento forte, coraggioso.</div>
<div style="text-align: justify;">
E lo faccio. Si sale su un muretto di una villa privata, è sempre disabitata, sono dei ricchi, vengono qui pochi giorni all'anno, dal muretto si sale su per cinque gradini e si arriva al trampolino, in pietra, ci sono incise le iniziali nel cemento, di quelli che lo costruirono.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le tocco, sento sotto i polpastrelli, le loro quattro lettere e mi chiedo se ho paura. Sento di si, ma io ho paura sempre, mi dico, ho paura anche a scegliere il minestrone al supermercato, verdure fresche o congelate? Forse meglio un barattolo di zuppa, solo da scaldare?</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono in alto, il vento di maggio è tiepido e porta odore di pino e di disinfettante, l'acqua è fredda, lo so, è sempre fredda, anche a luglio, ed odora di disinfettante, rassicura dicono, il vuoto ti chiama, come una mamma.</div>
<div style="text-align: justify;">
Provo a guardare sotto ma non vedo nulla, li sento tutti e sei: Antonio, Nicola, Francesca, Carlo, Giulia e Francesca. Qualcuno stappa una birra e io sono quassù.</div>
<div style="text-align: justify;">
Penso che non dovrei farlo, ma non posso scendere, perché sono sempre così dannatamente indeciso?No lo farò. Li ho visti, è un volo brevissimo, sembrano andare giù come sassi, ed entrano in acqua dritti e veloci. Riemergono sempre sorridenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Provo a piegare le ginocchia, la destra trema, mi raddrizzo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo farò a bomba, se mi devo rompere meglio il culo delle gambe, mi dico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il vento si ferma, è ora che devo farlo, le chiome dei pini, alte, massaggiano il cielo nero chiazzato di nuvole e latte. E la luna, una scottatura nella pozza di acqua sotto di me, chissà se riuscirò ad entrare esattamente nel riflesso della luna.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono nel vuoto, nessuno parla, solo la cascatina a valle continua a scrosciare in eterno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Rompo il filo dell'acqua in un attimo, sono obliquo, poi sento caldo alla testa, un botto, come se esplodesse una bottiglia di fianco alla mia testa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sento un'aureola calda, intorno alla faccia, la bocca si riempie di quel sapore, come di pallonata in faccia, come masticarsi mentre si addenta una bistecca.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sento che vado sotto e qualcosa di freddo entra nella testa che continua a perdere peso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vado giù</div>
<div style="text-align: justify;">
Vado giù</div>
<div style="text-align: justify;">
E apro gli occhi e non è poi così buio, vedo un cerchietto luminoso, in fondo alla pozza: delle chiavi, una moneta? Forse è lì che devo andare, che sto andando.</div>
<div style="text-align: justify;">
Allora raccolgo le gambe e le incrocio, le metto ad x, tengo le caviglie e continuo a scendere, lato destro, comincio ad arrotolarmi, a girare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non mi importa di nulla, forse solo di non vedere Francesca, dopo.</div>
<div style="text-align: justify;">
E continuo a scendere, verso la seconda luna incastrata in fondo a questa pozza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4zcnHjJL_q9iJQr_XG_0U7HQrUleqCSb_WLFDD_1O1hvNw8kvC2CxfGdXgKNYrPmwhEN4FpDebVLkwk9G7HHke7Md7oKeQvlBHuqbtTofc3obC_1SFkXLsoQi9mzCTMFnrCalaGheRH8/s1600/112435989-43d9b400-0b6d-4646-877f-963a508699fd.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4zcnHjJL_q9iJQr_XG_0U7HQrUleqCSb_WLFDD_1O1hvNw8kvC2CxfGdXgKNYrPmwhEN4FpDebVLkwk9G7HHke7Md7oKeQvlBHuqbtTofc3obC_1SFkXLsoQi9mzCTMFnrCalaGheRH8/s320/112435989-43d9b400-0b6d-4646-877f-963a508699fd.jpg" width="246" /></a></div>
<br /></div>
Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-65760364535061328562015-11-13T18:14:00.002+01:002015-11-16T18:27:29.249+01:00Cassetto n°162<div style="text-align: justify;">
La casa gialla era sempre uguale, anzi no. </div>
<div style="text-align: justify;">
Lo zio di Ted, che notava tutto, anche in quel caso pensò che le cose, gli oggetti, parevano subire dei cambiamenti in presenza di eventi straordinari: gli sembrò che la casa gialla si fosse notevolmente abbassata e rimpicciolita, spostandosi indietro verso il fiume, ma forse era solo la nebbia, la penombra, l'ora tarda.</div>
<div style="text-align: justify;">
La madre di Ted scese, o meglio cadde, dal fuoristrada, subito vennero a prenderla a braccio le due sorelle che la condussero verso la casa gialla, la madre di Ted pareva fluttuare nella sottoveste, non si era più cambiata e le si erano come ritirate le gambe. Sparirono tutte e tre dietro al portone rosso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lui restò lì a fissare le piccole finestre ad arco appena illuminate da una fioca luce all'interno, si trattava della lampada della sala, una lampada di design, davvero molto bella.</div>
<div style="text-align: justify;">
La casa non restituiva rumori, lo zio di Ted, quel 12 novembre, sentiva di aver finito le parole e si teneva stretto nel suo impermeabile inglese, gonfio di umidità e della pioggerellina dei campi, sapeva stare lì e basta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dentro casa, la madre di Ted riuscì appena a farsi appoggiare a un divano e si accasciò, le gambe avevano perso ogni funzione, erano due calze vuote, piene di stracci appallottolati.</div>
<div style="text-align: justify;">
Rita, mise su del tè e lo disse ad alta voce, lo sguardo nel vuoto:</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Metto su del tè</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Nessuno rispose, la casa non rispose.</div>
<div style="text-align: justify;">
Intanto Sam disfaceva la valigia, sarebbe stata lì quanto necessario, si ripeteva, aveva tempo</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Quanto necessario per la zia, fanculo il lavoro!</i></div>
<div style="text-align: justify;">
E buttava mutande, calzini e spazzolini sul divano.</div>
<div style="text-align: justify;">
Di tutto quello che stavano dicendo, facendo, pensando, nulla aveva veramente peso e tutte lo sapevano, ma lo facevano lo stesso, seguendo un rigido copione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo zio di Ted pensò che era un vero peccato, che quel Natale sarebbero dovuti andare lì, nella normalità, a scartare i regali tutti insieme, arrostire delle grosse castagne alla brace del camino in sala, giocando a carte e bevendo whiskey tutta la notte.<br />
Era un peccato, non si sarebbe fatto nulla.</div>
<div style="text-align: justify;">
Invece al primo piano c'era una scarpa, che nessuno aveva visto e nessuno aveva spostato, la scarpa teneva aperta la porta di Ted: i fermaporte finivano sempre non so dove e lui usava questo metodo delle scarpe da ginnastica e le metteva lì, e lì stavano.</div>
<div style="text-align: justify;">
La scarpa era posizionata in un punto strategico, dritta, davanti alle scale, pareva parte di un racconto.</div>
<div style="text-align: justify;">
La scarpa era di Ted e voleva esser vista.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sam salì al primo piano a sistemare delle cose nella stanza degli ospiti mentre di sotto Rita accarezzava la testa alla mamma di Ted, sperava che il bollitore si sbrigasse a fischiare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sam vide la scarpa, avvertì il bisogno di spostarla subito ma non riuscì neppure a toccarla, nell'immediato. </div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Dopo la tolgo</i>. Entrò nella sua stanza</div>
<div style="text-align: justify;">
Fuori, lo zio di Ted fumava, sempre più zuppo, appoggiato al Pick-up e guardava la casa, le finestre. Era ancora seccato per quella storia del Natale, chissà poi con chi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sam si dimenticò della scarpa, perché di sotto la mamma di Ted urlava di portarla indietro, urlava di lasciarla andare, un milione di voci dentro una.</div>
<div style="text-align: justify;">
Rita le teneva ferma la testa, ma il corpo formava un arco, erano come tracciati di un elettrocardiogramma impazzito, le gambe premevano il suolo e il bacino si alzava su e giù, il divano tratteggiava uno spostamento obliquo.</div>
<div style="text-align: justify;">
- AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH<br />
Sam piombò giù dalle scale provò a bloccarla per il bacino ma venne disarcionata, si trovò a terra, mentre l'urlo la schiacciava al pavimento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo zio non si mosse di un passo, non poteva, non sentiva <i>- Case americane, costruite bene! </i>pensava</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Quanta merda vi dovete ingoiare!</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Il bollitore fischiava, la scarpa restava al suo posto e Sam preparava le gocce, almeno quindici, anche di più, aveva male all'anca.</div>
<div style="text-align: justify;">
AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH</div>
<div style="text-align: justify;">
Non doveva accadere, i giornali non li avevano avvertiti, nessuno aveva chiesto loro di lasciar a casa Ted da scuola, l'altra mattina. Era cominciato tutto liscio, regolare, con la tv che gracchiava e le fette che si erano bruciate nel forno. </div>
<div style="text-align: justify;">
Loro non lo sapevano, chi doveva saperlo: la polizia, il panetto di burro, il tostapane?</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo zio di Ted buttò la sigaretta, respirò una boccata d'aria gelida che parve pulirgli almeno in parte naso e bocca da tutto quello schifo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Uno che si alza la mattina, non può mica saperlo che va a finire così!</i> Pensò - <i>Come fa uno?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Da tutto a niente, e poi ancora quell'urlo, un urlo che non avrebbe mai lasciato quella via, quella casa, il mondo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La scarpa restava appoggiata alla porta della stanza, sempre al primo piano, nella grande casa gialla.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdGGgyzfxlJ5W2Jd7oJfV4icvneWqYmMrPEg5l0HigxIh9FP3u44jnC9RCiGtPo34pfxZENxwIhJR2VOzeIpbTPBRkTgin8XSPbOQNwl4MRo854bFvL_FyRo5Nmech8HVfmOd6BgtnNmE/s1600/23470047_una-storia-di-gianni-gipi-pacinotti-14.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdGGgyzfxlJ5W2Jd7oJfV4icvneWqYmMrPEg5l0HigxIh9FP3u44jnC9RCiGtPo34pfxZENxwIhJR2VOzeIpbTPBRkTgin8XSPbOQNwl4MRo854bFvL_FyRo5Nmech8HVfmOd6BgtnNmE/s400/23470047_una-storia-di-gianni-gipi-pacinotti-14.jpg" width="231" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-36962225347287206062015-11-10T10:25:00.001+01:002015-11-10T20:58:48.805+01:00Cassetto n°161Ore 6:30<br />
<Altra notte insonne. Assisto a un'alba.<br />
Il momento peggiore, l'aria stride come un insetto<br />
più tardi farà più freddo,<br />
La luce rossa taglia le case e gli alberi<br />
pare l'inizio di una cosa nuova<br />
una cosa illuminata solo da una parte<br />
e un pianeta straniero si avvicina; tutto dura pochi minuti<br />
e sento cose sovrapposte<br />
tutto cambia e non cambia mai nulla<br />
rosso / nero / bianco<br />
Montagne di oggetti, se li tocco, si sgretolano<br />
capisco che devono passare ore, mesi, anni<br />
devo far passare il tempo per trovare<br />
un punto che non si rompa, la pace, altri oggetti illuminati<br />
un trovarsi di lì, di tutto questo<br />
Ci saranno altre luci, simili a questa<br />
Ma sarà il mio occhio a cambiare:<br />
Da un bagno di sangue a un mare di luce<br />
io spero<br />
in un posto nuovo><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibtky4Hx1KBh6-y-sRN0YN8nbMRjnKbL8M6msD623djD45NgZlGuvUDygt-5hNe7g0qzZ9MfswAhh8sP4KaQzUAPxDtZFebmjC8Dxpi02EZjU_PZ7DhR_CGMgqOnfoJbQDFlYP0WXclDU/s1600/k_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="350" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibtky4Hx1KBh6-y-sRN0YN8nbMRjnKbL8M6msD623djD45NgZlGuvUDygt-5hNe7g0qzZ9MfswAhh8sP4KaQzUAPxDtZFebmjC8Dxpi02EZjU_PZ7DhR_CGMgqOnfoJbQDFlYP0WXclDU/s400/k_01.jpg" width="400" /></a></div>
Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-6960195688529724322015-11-04T16:34:00.000+01:002015-11-05T10:00:32.226+01:00Cassetto n°160"..I sogni sono fatti per essere infranti e necessitano di grande lucidità, è un paradosso, lo so, ma non possiamo sognare a stomaco vuoto, o senza aver prima preparato qualcosa di comodo."<br />
Cook annuì, ma con meno decisione.<br />
Il Capitano e Cook marciavano in fila indiana insieme a una ventina di altri detenuti delle più varie provenienze, forme e colori, tutti incatenati, gobbi dalla fatica.<br />
"Ora lei mi dirà che abbiam fallito, che eravamo degli sciocchi"<br />
Cook a questo ammonimento, se possibile, affondò ancor più la faccia nella barba, era diventata improvvisamente grigia, tutta in un colpo, il giorno dell'arresto.<br />
Il capitano, invece, conservava nel corpo il segno di un'insperata vitale giovinezza: alto, saldo nelle gambe tornite che gli affondavano negli stivalacci flosci, procedeva diritto trainandosi dietro gli ultimi tre della fila, un gruppo di magrebini, esili e piagnucolosi.<br />
Cook guardò avanti, non c'era traccia di acqua, di aria, di casa in quel luogo. Proseguivano diritti verso El Alamadia, un carcere di massima sicurezza, una gola persa nella sabbia, talmente profonda che non esistevano sbarre e gabbie, i detenuti venivano lasciati là a marcire, a combattere, a catturare mosche con la bocca, e poi, a morire.<br />
"Eppure abbiamo vissuto, eh Capitano?"<br />
E il Capitano rise<br />
"Eppure abbiamo vissuto Capitano, abbiamo avuto tre donne per notte, abbiamo bevuto bevande dal sapore di miele, abbiamo dormito sotto le stelle dei mari più caldi, sempre uniti, sempre la mano sulla gola del compagno vicino, ogni volta fedeli solo alle nostre vele e al sangue.<br />
"Cook, ora si che parla come un mio marinaio!"<br />
Cook guardo quella bestia del Capitano, provò un'ammirazione che poteva sfociare in qualcosa simile all'amore, alla gratitudine di un figlio sollevato dalla terra e dal fango.<br />
"Io ringrazio voi, invece, Capitano. Con voi ho vissuto un'Idea e son stati tre anni che valgono più di tutte le vite, sapevo non sarei morto tra le braccia di una donna, o nel letto mefitico ed evacuatorio dei vecchi ed io ora...ora ho tutto quello che desideravo"<br />
"Parla come un uomo, Cook, eppure sono io ad avere un debito con lei, e con tutti i suoi defunti compagni"<br />
"Voi non avete nessun debito..."<br />
""Si, e mi stia a sentire, se io vi ho dato tutto è perché vi ho sempre chiesto tutto, il mio sogno era più grande, ma lo avete retto voi, senza seguire i vostri"<br />
"Il nostro era servirvi, Capitano!"<br />
"No, quello è quello che vi ho convinto a seguire, mentre prendevamo la isola di Larhoe, ricorda?"<br />
"che magnifica mattina di vittoria, Capitano"<br />
"No, fu lì che carezzai la mia follia: non ce l'avremmo mai fatta, perdemmo ventitré uomini in una sola battaglia per pochi alberi di banano, lì capì che agivo nel peccato, lì, mentre vi caricavo le pistole"<br />
Il capo non chinò mai la testa, ma se una volta in vita sua la voce ebbe un fremito, un'esitazione, fu lì che l'ebbe, a sei ore dalla sua fucilazione alle porte di El Alamadia.<br />
"Capitano io, noi credevamo in voi, non importa chi è morto, è andato male solo quello che non potevamo"<br />
"Giusto, ma c'era chi agiva per ingordigia, per morire grasso e coperto d'oro, chi per rabbia, altri, come lei, per fedeltà. Io agivo solo per me, io avevo scritto il vostro destino nelle mie parole".<br />
<br />
All'orizzonte nessuna forma, dentro di loro il suono delle catene, avrebbero ormai potuto togliergliele.<br />
"Voi finirete come animali, a cavarvi gli occhi e mangiare i piedi dei morti, vi daranno la peggiore punizione, io me ne vado in piedi, nei privilegi, anche stavolta."<br />
Il Capitano sapeva che sarebbe rimasto vivo nelle leggende, sulle bocche di Lisbona, di Marsiglia, nei racconti degli ubriachi ai ragazzini, sapeva che i suoi centosessantatré uomini, invece, sarebbero stati solo dei morti.<br />
"Io la morte la volevo come una donna, capisce? Sono nato sotto il segno della sua danza, la vita è una bugiarda, solo la fine sa essere onesta con un uomo, io spero che anche voi, nel bene nel male, abbiate potuto saperlo"<br />
"E l'avete baciata, Capitano?"<br />
"Oh si"<br />
"E com'è?"<br />
"Amara, è amara come inchiostro"<br />
E ancora una volta, immancabilmente, Cook annuì<br />
<br />
E dopo due giorni di buio<br />
qualcosa schiarì<br />
e un timido sole esplose sulle loro teste<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNSJv2hShuDd8qKuXC5bFnd8-ot6KZGzes_fRZzvUZVGgnRHLlmQJGjc_eCgOMe_r5xxb6Qd0nPZv3fhBX3E_3pgZumF2kERWnaOfnyzwEDwF7CoYuDn4JtWIwclHCA8QJOljX36yypfY/s1600/lmvdm_031+copy+2.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNSJv2hShuDd8qKuXC5bFnd8-ot6KZGzes_fRZzvUZVGgnRHLlmQJGjc_eCgOMe_r5xxb6Qd0nPZv3fhBX3E_3pgZumF2kERWnaOfnyzwEDwF7CoYuDn4JtWIwclHCA8QJOljX36yypfY/s400/lmvdm_031+copy+2.jpeg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<br />Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-77136361918436051552015-10-01T18:51:00.001+02:002015-10-02T17:50:53.963+02:00Cassetto n°159<div style="text-align: justify;">
Mio nonno parlava dell'amore e mi diceva che quando siamo innamorati abbiamo quella roba dentro che abbiamo voglia di stare assieme a quell'altra persona anche tre volte al giorno e appena riprendiamo la macchina ritorneremmo già subito indietro e ci staremmo insieme ancora altre tre volte.</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Io non capivo perché dicesse stare insieme, che si sta insieme spesso a tanta gente, io a sei anni già dicevo scopare e lui non lo sapeva, ma credo fosse più bello come lo diceva lui.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi diceva che anche se la conosciamo poco, l'innamorata, abbiamo voglia sempre di dormirci, abbracciarla, darle dei baci e fare delle sciocchezze, tipo lui caricò mia nonna nel camion per portarla sei giorni in Normandia e prese anche una bella multa per ritardo della consegna, ma mi disse che non gliene fregava niente. Mi disse.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi mi diceva che la differenza tra l'amore vero e l'innamoramento, è che se la storia è una cosa così, di poco conto, l'altra ci sembra sempre una persona nuova e siamo noi a metterle dentro le cose belle, i nostri desideri, che però rimangono sempre nostri e allora quando iniziamo a conoscerla un pochino davvero, ci sembra diversa, estranea e inizia una cosa brutta, che chiamava il disinnamoramento. </div>
<div style="text-align: justify;">
Invece se l'altra è quella giusta, mi diceva, l'innamoramento è una scoperta quotidiana, le troviamo dentro, ogni volta, qualcosa che sembra sia stato lì da sempre, e ci sarà sempre, per cui quella persona, pur non sapendo bene chi è, ci accorgiamo che è davvero quello che aspettavamo.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'amore, dopo l'innamoramento, non c'entra più niente con i desideri, l'amore c'entra col non volere niente per sé, col volere il bene dell'altro e c'entra anche con l'abitudine. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'altra persona, a volte, non ci si accorge di amarla: è come l'attaccapanni, tu non ci pensi continuamente all'attaccapanni, ma se un giorno appendi il giubbotto e cade, perché l'attaccapanni è sparito, e tu stavi andando a pisciare, come tutti i giorni, allora torni indietro dal corridoio e ti dici, mentre tiri su il giubbotto <i>dov'è l'attaccapanni?</i><br />
Ci riprovi pure ad appenderlo, ma ricade e ci stai male perché c'era nel tuo corpo tutta un'abitudine all'attaccapanni, e adesso che manca non sai più che fare, se andare comunque a pisciare o star lì col giubbotto in mano, ed è davvero un bel casino, mi diceva, adesso al suo posto nel tuo corpo c'è un buco.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mio nonno mi faceva l'esempio di un suo amico sposato, il Gino, che aveva scopato due tre volte con la Betty, una turista tedesca che alloggiava nell'albergo di sua zia. Mio nonno mi diceva sempre che il Gino, che era un gran nuotatore, una mattina la Betty l'aveva vista in una brutta situazione in mare, lei stava andando sotto, in due metri d'acqua, ma non si era buttato, l'aveva fatta salvare dal bagnino, perché lui stava servendo i cappelletti al ragù a sua moglie e ai due figli, sotto la veranda dell'albergo e proprio non gli era venuto spontaneo di buttarsi in mare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non ne voleva proprio sapere, lui l'avrebbe lasciata affogare, una con la quale aveva scopato tre volte, perché in fondo, amava davvero sua moglie.</div>
<div style="text-align: justify;">
A me l'esempio pareva già drastico, ma si capiva bene il senso, che era quello che mio nonno voleva. </div>
<div style="text-align: justify;">
Io, allora, il buttarsi in mare con l'amore non capivo bene, cosa c'entrasse, perché allora amavo solo la mamma e forse la nonna, ma con loro non riuscivo a fare tanti esperimenti mentali. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'amore lo vedevo ancora una cosa solo tra due che stavano insieme. Allora immaginavo di caricare mamma e nonna su un moscone e di buttarle al largo a rischiare di affogare, ma non sapevo chi avrei tirato fuori per prima, perché erano due esempi davvero sbagliati, non avevo mai fatto l'amore né con mia mamma né con mia nonna, anzi, erano cose che mi facevano venire i brividi solo a pensarci.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nella mia mente il Gino rimase sempre uno un pò stronzo e paraculo, ma cominciai a farmi molti esempi mentali sull'amore, fino a capire, piano piano, perché il Gino fosse rimasto a servire i cappelletti.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le mie braccia si ispessirono, coprendosi di peli grossi come cavi dell'alta tensione, attraversai quelle estati senza pensare troppo, mentre mio nonno dimagriva e l'orto, ogni anno, si copriva di salvia e grappoli di pomodori rossi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mio nonno se ne andò, una mattina di settembre, lasciando il cappello di paglia sulla sedia e gli attrezzi in ordine nel capanno e accadde anche a me di capire: quando l'amore manca, ti viene il buco al posto dell'abitudine, un pezzo di corpo va via e non ricresce.</div>
<div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Resta come un pavimento rigirato, come l'atrio di un nuovo cuore più grande, da riempire.<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc_0IT1W4MQU3RedRv5jMmKNMi3PxkARZ7xqYPlYg5jIV4b6bw2DA5d8NeV5iYU102GZF-oSOjlvvABpP9ZY89jeng9-8i6Y2JgS9ddCoAnfq0QY8uU8R1Xk5TWi6Y2zQRvSPv-GMeYxM/s1600/20120120044634_engstrom_UNTITLED.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="301" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc_0IT1W4MQU3RedRv5jMmKNMi3PxkARZ7xqYPlYg5jIV4b6bw2DA5d8NeV5iYU102GZF-oSOjlvvABpP9ZY89jeng9-8i6Y2JgS9ddCoAnfq0QY8uU8R1Xk5TWi6Y2zQRvSPv-GMeYxM/s400/20120120044634_engstrom_UNTITLED.jpg" width="400" /></a></div>
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Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8894645600101472942.post-69401437147394197852015-09-28T23:59:00.000+02:002015-09-29T00:23:00.615+02:00Cassetto n°158<i>Non può essere tutto solo legato a questo</i>, se lo ripete, sono fermi al confine per la Slovenia, Fabio sbuffa e passa in rassegna la fila di automobili e pick-up in coda al controllo documenti. La maggior parte sono nere, alcune bianche, pochissime rosse: le auto costruiscono un serpente infinito che scotta al sole e cucina le propria interiora umane.<br />
<i>- Questo cognome non risulta signor Fazi Battaglia</i><br />
<i>- Guardi, lo so, è una vecchia storia, i miei mi registrarono all'anagrafe col trattino in mezzo ai due cognomi, ma l'assicuro, in Italia nessun ci guarda</i><br />
<i>- Qui non siamo in Italia, signor Fazi-Battaglia</i><br />
<i>- Non lo sapevo neppure io, fino a un mese fa, la prego agente..</i><br />
<i>- Mi spiace, non sono io, la legge</i><br />
Un frase così dura, in bocca a un omino sudaticcio fa quasi ridere, ma non gli viene affatto da ridere<br />
La moglie allarga le braccia sui sedili panna del loro Range Rover, come a ribadire l'assurdità del tutto e a ribadire che lei lo aveva detto, di sistemare quella faccenda parecchi anni prima<br />
<i>- Ancora il cognome, Fabio, sta maledetta pippa del cognome?</i><br />
L'agente piccolo viene raggiunto da un altro agente più longilineo, si consultano brevemente e il piccolo, aria contrita, si incammina verso la famiglia Fazi-Battaglia ferma allo sportello anteriore del lussuoso fuoristrada<br />
<i>- Mi spiace ancora, signor Fazi-Battaglia, sua moglie e i bambini possono proseguire, ma lei deve attendere qui, mi spiace, mi spiace, mi spiace...</i><br />
E se ne va indietreggiando<br />
<i>- Maria, passami una sigaretta</i><br />
<i>- Che facciamo Fabio, ce ne andiamo?</i><br />
<i>- Maria, passami una sigaretta</i><br />
<i>Signora scusi... </i> il piccoletto pare avere un udito migliore della media, <i>dicevo che voi potete andare, ma suo marito deve restare, tecnicamente il documento potrebbe essere rubato o contraffatto</i><br />
Fabio getta la sigaretta prima di accenderla<br />
<i>- ma cosa cazz?</i><br />
l'agente lo blocca con un tono leggermente più alto di prima<br />
<i>- Quel trattino potrebbe essere un errore e al 99 percento e lo sarà, ma noi non facciamo questo lavoro per fare delle eccezioni, noi dobbiamo considerare ogni possibilità con la stessa serietà, e lei potrebbe non essere chi dice di essere</i><br />
<i>- la vostra dedizione alla logica è commovente, agente, ma non starò qui un altro minuto</i><br />
<i>- Signor Fazi-Battaglia, non è certo colpa nostra, doveva regolarizzare la sua posizione, o almeno doveva evitare il confine della Slovenia, quest'estate, con permesso</i><br />
Sua moglie scende e carica in braccio la piccola Aurora<br />
<i>- Lei deve fare la pipì, io mi prendo un caffè, e tu vedi di risolvere sta faccenda</i><br />
E guardandolo come si guarda un grave sbaglio, si affretta verso lo smart-shop poco distante dalla dogana.<br />
L'omino che tanti problemi gli sta creando sta uscendo nuovamente dal cabinotto, poi gli lancia uno sguardo si gratta il capo e rientra dentro, deve aver deciso che non c'è bisogno di avere tanta fretta.<br />
Fabio si appoggia allo sportello e lascia scivolare in avanti parallele le suole delle Superga nella ghiaia, gradualmente si appoggia dolce al terreno sassoso e così, seduto al sole riflesso dal suo veicolo nero, con discrezione, nella sua ombra, piange da solo.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUkY0lREbXp-VV5motZvSWajwCTtKKNF5SZdoP-CDRDXw8jjhX_f1XO3IE8OOSWhEr9Wyy9uZK37NCdd63NRBsPXWBjOG0uY8qRXNmusm0PueIWd9aF0HF0ImORpI0BmSzm5TdJ9IPy8E/s1600/076.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUkY0lREbXp-VV5motZvSWajwCTtKKNF5SZdoP-CDRDXw8jjhX_f1XO3IE8OOSWhEr9Wyy9uZK37NCdd63NRBsPXWBjOG0uY8qRXNmusm0PueIWd9aF0HF0ImORpI0BmSzm5TdJ9IPy8E/s400/076.jpg" width="400" /></a></div>
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<br />Matteo Bisernahttp://www.blogger.com/profile/05469677716419412318noreply@blogger.com0