mercoledì 16 maggio 2012
Cassetto n°38
Ti svegli, mangi, preghi, lavori, ma prima il caffè, hai gli occhi appiccicati al cuscino, e la notte è così breve, che non la senti. Lasci un letto fradicio, ogni mattina, hai paura di incontrare intrusi in casa, si nascondono da troppi giorni, ormai, la tua è una fuga, da loro, ormai.
Troppi gli angoli da controllare, non hai il collo per guardarti troppo alle spalle.
Parti! Che devi lavorare, fare ore per avere più punti, e, attenzione, non devi farti male, devi proteggere le dita, che lavori con quelle, al tuo computer.
Attento alle porte socchiuse, attento alle piante grasse e al cotone di polvere, in ufficio.
Devi amare un poco, ma non investire tutto, dai con moderazione, ripartisci, stendi una exit strategy che ti servirà quando sarà tardi, per usare le parole..
Basta emozioni per oggi, torna a letto. Dormi, prega, mangia. Proteggiti.
Il led della tv lo fissi dritto, lo chiami Polifemo.
Svegliati, mangia, prega, non lasciare tutto nel piatto che non hai neppure più fame, usi strane strategie per vedere il venerdì più vicino, sporgendoti dal martedì, ma non scivolare, che oggi è un feriale, devi andare e fare punti, proteggi la caviglia, le gambe sono utili. Evita gli amici, evita i felici, evita le sale fumo e i parcheggi a spina di pesce, che sono ansia, sono incastri di incastri.
Recati in farmacia e chiedi pillole per respirare, ma prendine una scatola da dieci, sprecare è peccato. Il peccato è reato dell'anima.
Vorresti accadesse all'angolo di casa del vicino, moriresti nell'orto, senza intralciare quando cadi, nella terra umida, per non fare rumore, che la gente dorme e deve pur riposare. Oppure in auto, parcheggiato in una piazzola, in campagna, mentri cerchi la traccia giusta nel cd. La vita, spettinata, ti fa un pompino.
Muori abbracciato solo a te stesso, come una cosa piccola, e piegati quando sarà ora di andare, passerai meglio da quello spiraglio sotto la porta, quello da cui arriva quel raggio di luce..puoi quasi averlo, sai?
E davanti al muro liquido del bagno, al muro di vetro, lo capisci, che sei tu, quell'intruso, dietro agli angoli, la mattina, quello che accende la macchina del caffè e tu trovi le tazzine calde.
E non capisci perchè. Perchè si nasconde da te.
Sai quella cosa di prendere la palla al balzo?
No, effettivamente non sai che significa, almeno, non potevi capirlo, fino al 13 luglio del 99.
Poi l'hai capito e sei svanito, e rinato, tre volte per ogni respiro fatto, tre volte per ogni volta prima. E ogni volta che hai chiesto:
"Chi è? Vieni subito fuori da là dietro!".
Oggi l'hai capito.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento