Osservo i miei gatti, o meglio uno è mio, l'altro è grigio e alloggia e mangia sempre qua, comparso così, come lo vedo.
Eppure, proprio oggi, sentivo che avrei scritto quel racconto sull'uomo a cena, che aspetta i parenti e che poi, pian piano disdicono tutti. E mi pare simpatico, quell'uomo che resta solo, a cenare, nella sua grande casa, sotto la pioggia.
Lui mastica con cura, cercando di non sprecare nulla. Parsimonioso.
Lui mastica con cura, cercando di non sprecare nulla. Parsimonioso.
Fatto sta che, nel frattempo, ho anche lavato i piatti, ho dato da mangiare ai gatti, fatto sta che so di aver qualcosa da dire.
Scendo le scale, fuori e la pioggia picchietta sul collo, le ore si ripiegano, piccole piccole, nelle tasche della sera. Cerco di dar suono ai pensieri, all'inizio della riga e mi rendo conto che c'è della felicità qui intorno, ma sono un pò indolenzito per mettermi al lavoro. Non c'è alcun motivo per restare qui, a prender freddo, mi lascio superare da questo buio lieve, da questo finire di cose e da qualche sorso di vino.
Non c'è alcun motivo per restar qui e diventare quell'uomo.
Non c'è alcun motivo per restar qui e diventare quell'uomo.
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