sabato 14 gennaio 2012

Cassetto n°11



Elia non scelse la comodità e traslocò in campagna, prima volta da solo, dato che la casa era sfitta, pensò di occuparla un'estate. Arrivò al viale, capì che il vero valore stava nei noci e nei gelsi centenari, ettari di campi brulli, viti, susini. La spoglia dimora di suo zio, piantata come un dente grigio nella pianura, invecchiava in silenzio, col mondo. Elia passò con lo sguardo le nuvole nel cielo terso: nessuna discontinuità con la facciata, gli intonaci si accartocciavano, staccandosi, i legni si fessuravano. Una scheggia nella carne viva
Salì le scale, raggirò il difetto della serratura, tirando la maniglia mentre ruotava e clic! Ecco..una sensazione forte, odore acre di stufa e cenere, il rifiuto salì come conato, perchè alcune cose ti appartengono troppo, per farti star bene.
Aveva bisogno d'aria, se ne andò nella stalla, e tra i rottami, scritte vecchie di quindici anni: Amore ++, con un cuore sbilenco, ma grosso! Ora Michela è madre, mentre lui, ancora alla linea di partenza, si sentì marcire. Tentò pure di imbiancare le pareti, impossibile, la pittura latte diventava grigia, passando dal pennello al muro. Era agosto e il sole soffocava il pensiero nell'intonaco.
La casa resistette ai suoi deboli colpi di bacino, sforzi vani, acqua assorbita nel terreno di agosto.
Una settimana / Due settimane / Tre settimane
Un mese buono a la prospettiva cambiò, decise di assecondare la casa, ne accettò i tempi. Via tutto il superfluo e ricominciò da un punto, semplice, abitò, senza scopo. Mangiava se aveva fame e si regalava lunghe osservazioni dei gatti, sull'aia.
I rumori notturni, nel solaio e nei campi intorno, furono lugubri litanie, riaffiorò il dialetto forte del nonno pazzo, l'odore del vino da quattro soldi, e intanto lui, nel suo letto, si chiese perchè proprio qui? Non chiuse occhio, neppure una notte. L'introspezione si mise nel gesto, che racchiude già ogni risposta, andava eseguito al meglio.
Elia fece apnea nel mare dei dettagli, ogni particolare diventò tutto, si drogò di solitudine, della sua solitudine che era riduzione dell'ideale...
Elia, prima di ripartire, scattò una polaroid della vecchia casa, tra gli alberi, al sole di agosto di una campagna che urlava silenzio fin dentro la sua testa.

Nessun commento:

Posta un commento