giovedì 5 aprile 2012

Cassetto n°29


Ho sempre pensato che la morte fosse da vigliacchi, una via di fuga per poveri vecchi. Ma oggi, 30/03/12, l'avverto, non imminente, fuma sigari e mi attende dietro a un banco di un caffè, o al termine di una agile rampa di scale.
Non è l'angoscia di andare, è una sbirciatina, la conta dei vecchi delle cose da fare, lo sguardo dei bambini che non trovano la madre al mercato, le testa reclinata di un piccione che muore, tra i piedi, nella Metro.
Rosso di sangue delle rose nel tramonto di ogni mia sera. Il sole si fonde a ogni mio osso, si salda al suo interno e leggo nelle cose sussurri di restare, mi avvicino alle statue nel parco, colate del petrolio della notte che cala, come non temo l'abbraccio caldo e umido di mia madre.
Piango di lei per lei, perchè la morte non ha madre morte ad attenderla, non esiste, che per compagnia.

Budapest.

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