mercoledì 5 settembre 2012

Cassetto n°53

Osservo i miei gatti, o meglio uno è mio, l'altro è grigio e alloggia e mangia sempre qua, comparso così, come lo vedo.

Eppure, proprio oggi, sentivo che avrei scritto quel racconto sull'uomo a cena, che aspetta i parenti e che poi, pian piano disdicono tutti. E mi pare simpatico, quell'uomo che resta solo, a cenare, nella sua grande casa, sotto la pioggia.
Lui mastica con cura, cercando di non sprecare nulla. Parsimonioso.
Fatto sta che, nel frattempo, ho anche lavato i piatti, ho dato da mangiare ai gatti, fatto sta che so di aver qualcosa da dire.
Scendo le scale, fuori e la pioggia picchietta sul collo, le ore si ripiegano, piccole piccole, nelle tasche della sera. Cerco di dar suono ai pensieri, all'inizio della riga e mi rendo conto che c'è della felicità qui intorno, ma sono un pò indolenzito per mettermi al lavoro. Non c'è alcun motivo per restare qui, a prender freddo, mi lascio superare da questo buio lieve, da questo finire di cose e da qualche sorso di vino.
Non c'è alcun motivo per restar qui e diventare quell'uomo.

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