domenica 16 settembre 2012

Cassetto n°55

Mohamed lo vedo, è in piedi, in mezzo al parcheggio, la sigaretta chiusa nel pugno, per proteggerla al vento e dalla pioggia, la sua testa scatta di lato.
Si sente qualcosa, intorno al parcheggio, sotto i portici, una giovane coppia, valigie a terra, litiga furiosamente. Lei è seduta sulla strada, piange, lui è nervoso, troppo, e le gironzola intorno. Un cane ferito, pronto a colpire.
Due persone si allontanano dalla scena, non c'è confusione, non c'è più nessuno. 
Noi siamo i più vicini, a circa cento metri. Io e Mohamed.
Il ragazzo la strattona, la tira in piedi e le sbarra la strada, poi, con precisione, le tira due schiaffi, forti, tutti e due nello stesso punto, tra orecchio e collo, in perfetto silenzio. Cinematrografico. Lei non grida neppure.
Io e Mohamed fumiamo. Non abbiamo cellulari, lui per ordini del giudice, il mio, invece, è scarico, spento.
Mohamed ha 17 anni, ma anche più coraggio, gambe e ingenuità di me e mi chiede se può urlare al tipo che cazzo sta facendo, intanto ho collegato il cellulare in auto, ma non si accende, non gli rispondo.
Un tizio elegante passa accanto alla coppia, li scansa, viene da noi e ci assicura, con fare professionale che non c'è nulla da preoccuparsi, sono già stati avvisati i carabinieri, prende qualcosa in auto e torna in ufficio. 
Mi pare pure che fischietti.

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