lunedì 8 ottobre 2012

Cassetto n°60


Era più facile non pensarci, cioè guardare dritto e guidare, fosse stato facile guidare,  guidare e basta, lasciar passare vecchietta con cane e parcheggiare nel solito posto. 
Ma altrettanto facile sarebbe andare alla Sala Slot e buttarli lì, quei centoottantatre euro e centesimi, oppure berseli, bruciarli in chiesa.
Il capo gli aveva dato questo: un assegno da centoottantatre euro e venti centesimi, due minuti prima di lasciarlo a spasso. Nessun lavoro, niente:
-è che sto periodo, che poi lo sai anche tu,  che siamo tutti lì lì...-
-Si, ma io, brutto stronzo, domani sto a casa, mica tu. Non hai un figlio, tu che giri con l’Alfa Brera  e vai a mangiare il pesce!-
Gli venne in mente il 1973, suo padre, che perse il lavoro in segheria, fallimento della ditta.
Suo padre rientrò a casa, salì in camera e ci restò un mese, chiuso. Sua madre continuava a dire che non aveva perso il lavoro, che lui voleva solo dormire un pochino. Poi una mattina, che era venerdì di Aprile, lui era dritto in mezzo alle scale, accappatoio in flanella e barba appena fatta:
-sono tornato! Ho solo dormito un po’- Suo babbo era un vincente, non si piegava mai. Il giorno che morì ordinò champagne per tutti, in camera di ospedale. 
Fosse stato anche ricco, magari...
Ora lui rientrava a casa, quattro lettere sul tavolino, due erano bollette, una pubblicità di una palestra e una  Ministero Grazia e Giustizia.
Quattro anni prima allo stadio aveva accoltellato un tipo in una rissa. Una parola sbagliata, due graffi. Anche allora non aveva lavoro, in zona di guerra, trentacinque anni, che a pensarci bene, era più abituato a  prenderle, le coltellate.  
Prese un libro qualsiasi dalla mensola, lesse una riga a caso:

[...i muscoli restavano contratti, non si scioglievano. Schwartz auscultò il cuore e non sentì battiti.
Sopraffatto dall'orrore di sè stesso, cercò di rimettersi in piedi. Aveva ucciso un uomo!
Poi un'ondata di stupore...]

Chiuse il libro, si sentiva proprio così.

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