lunedì 5 novembre 2012

Cassetto n°66

Quanti anni son passati da quelle zucche, amico mio, fratello? Cioè era un pò tutto come adesso ma non ricordo quanti anni...cinque, sei? Eppure è ottobre e siamo ancora giovani, eppure ci rivedo in quella foto. Altre donne, vestiti diversi, qualcuno lo abbiamo ancora indosso, ma noi poi siam sempre gli stessi: denti, capelli, occhi e giacche.
Cazzo vecchio! Ancora qui, forse eravamo più felici, meno pesanti di sicuro, ma mi fa piacere scriverlo adesso, che è un pò come esserci lasciati in quella foto, ieri sera.  Relativo quello che sentivamo, relativo quello che sentiamo ora, eravamo solo un pò affamati e infreddoliti, ricordo che si sorrideva, che ci si divertiva abbastanza, con la solita fretta di tornare a casa,  nella foschia e di andare per colline.
Avevamo parcheggiato lontano, quella volta, ma era un prato, in basso, una buca verde, umida, dove la notte si sognavano le ragazze, sempre diverse dalle nostre, era un cercarsi per la nebbia delle strade, i paesini che scoppiavano e zucche intorno, odori dolci, ubriachi, erano tutti a casa, tutti tranne noi.  
Che era poi tutta una casa, un inizio continuo e non contare i passi e non risparmiare niente.

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