lunedì 25 marzo 2013

Cassetto n°83


- Quindi la mattina trova questi messaggi
- Non sono messaggi sono parole, crittogrammi
- E chi li scrive, lei?
- Si, li scrivo io, come le dicevo prima, li scrivo nel sonno...
- Nel sonno?
- Insomma dottore, vivo da solo, non sono pazzo! Mi sveglio con i muri tappezzati di scritte, dappertutto, dentro i libri negli scontrini sotto la tavoletta del water!
- Si direbbe sonnambulismo, grafomania...
- La calligrafia non è la mia, cioè è come la mia, ma più piccola, regolare, pare stampata!
- Spesso i gesti automatici sono sorprendentemente regolari e simmetrici, lo sa?
- Si, ma quella non è la mia mano!
- Ha dubbi che qualcuno entri a casa sua mentre dorme?
- No no, le dico si, di aver scritto io,  ma non l'ho scritto io, non coscientemente, almeno.
- Trova un senso, una continuità, nei messaggi?
- Ma perché deve interpretare? non sono messaggi, sono scritte! Solo scritte, codici!
- Anche dire codice è interpretare...
- Si ma cazzo, lo dico io! Lo saprò di cosa parlo!
- So di persone che percorrono brevi spazi, chiudono cassetti o ripetono gesti quotidiani, automatici, nel sonno, scrivere mai...
- No, io non mi sveglio con la tavola apparecchiata, dottore! Io mi sveglio con la scritta "qui l'inizio" in basso a destra, per ognuna delle mille pagine del Signore degli Anelli. Io mi sveglio con un intero volume di arte greca riempito di didascalie,  sotto le immagini: ponte di flusso, serpente di sassi, sentiero, cranio
- Prosegua...
- La cosa più incredibile mi è successa tre notti fa. Ero alla festa di laurea di un collega, alle due ero già a casa, con mezza bottiglia di sangiovese in corpo. Ricordo di aver pisciato contro una chiesa, era buio e appartato, mi spiego? Niente esibizionismi o cose del genere!
- Le scritte c'erano, la mattina?
- Si ed erano particolarmente strane e minacciose, erano come...circolari
- Può spiegarmi meglio...può?
- Si, diciamo che ogni scritta, questa volta, aveva un senso, abbozzato, indiretto, ma trovavo un fattore comune, il cerchio.
- Di che cerchio parla? 
- Non le ho tradotte, ma non erano nulla di buono, sarò un cretino, ma penso ad una busta che ricevetti
- Se lei lo crede, probabilmente è così..
- Erano scritte che venivano da altrove. Tutte le scritte prima, ho capito, avevano solo preparato la strada per ricordare. Una busta indirizzata a me, senza firma, un errore su di un foglio bianco, solo un cerchio. Forse ci avevano appoggiato una tazzina, che ne so. Ci  pensai per giorni, poi tutto svanì, nella quotidianità. Sono passati dieci anni, da allora.
- Nessuno l'aveva preparata, ad un accesso diretto!
- Accesso a cosa?
- Se è lei, a scrivere quelle cose, cosa non può dirsi?
- Ma le scritte…le trovo ovunque, anche a tre metri, sul soffitto,
- Non si preoccupi di come, pensi al perché, è una storia, la rispetti, le creda. Lei deve aver fatto qualcosa di cui deve parlarmi, in quel periodo.
- Mi parlano di un inizio,  tutto, alla partenza, il cerchio era nelle parole 
- La lettera, può ricordare altro?
- Non lo so, la trovai sul vialetto, dove ci lasciavano sempre la posta, era un giorno di sole e la carta era spessa, di qualità e pensai che fosse strano trovare una sola lettera e nessuna pubblicità, ecco cosa ricordo.

Nessun commento:

Posta un commento