venerdì 13 novembre 2015

Cassetto n°162

La casa gialla era sempre uguale, anzi no. 
Lo zio di Ted, che notava tutto, anche in quel caso pensò che le cose, gli oggetti, parevano subire dei cambiamenti in presenza di eventi straordinari: gli sembrò che la casa gialla si fosse notevolmente abbassata e rimpicciolita, spostandosi indietro verso il fiume, ma forse era solo la nebbia, la penombra, l'ora tarda.
La madre di Ted scese, o meglio cadde, dal fuoristrada, subito vennero a prenderla a braccio le due sorelle che la condussero verso la casa gialla, la madre di Ted pareva fluttuare nella sottoveste, non si era più cambiata e le si erano come ritirate le gambe. Sparirono tutte e tre dietro al portone rosso.
Lui restò lì a fissare le piccole finestre ad arco appena illuminate da una fioca luce all'interno, si trattava della lampada della sala, una lampada di design, davvero molto bella.
La casa non restituiva rumori, lo zio di Ted, quel 12 novembre, sentiva di aver finito le parole e si teneva stretto nel suo impermeabile inglese, gonfio di umidità e della pioggerellina dei campi, sapeva stare lì e basta.
Dentro casa, la madre di Ted riuscì appena a farsi appoggiare a un divano e si accasciò, le gambe avevano perso ogni funzione, erano due calze vuote, piene di stracci appallottolati.
Rita, mise su del tè e lo disse ad alta voce, lo sguardo nel vuoto:
- Metto su del tè
Nessuno rispose, la casa non rispose.
Intanto Sam disfaceva la valigia, sarebbe stata lì quanto necessario, si ripeteva, aveva tempo
- Quanto necessario per la zia, fanculo il lavoro!
E buttava mutande, calzini e spazzolini sul divano.
Di tutto quello che stavano dicendo, facendo, pensando, nulla aveva veramente peso e tutte lo sapevano, ma lo facevano lo stesso, seguendo un rigido copione.
Lo zio di Ted pensò che era un vero peccato, che quel Natale sarebbero dovuti andare lì, nella normalità, a scartare i regali tutti insieme, arrostire delle grosse castagne alla brace del camino in sala, giocando a carte e bevendo whiskey tutta la notte.
Era un peccato, non si sarebbe fatto nulla.
Invece al primo piano c'era una scarpa, che nessuno aveva visto e nessuno aveva spostato, la scarpa teneva aperta la porta di Ted: i fermaporte finivano sempre non so dove e lui usava questo metodo delle scarpe da ginnastica e le metteva lì, e lì stavano.
La scarpa era posizionata in un punto strategico, dritta, davanti alle scale, pareva parte di un racconto.
La scarpa era di Ted e voleva esser vista.
Sam salì al primo piano a sistemare delle cose nella stanza degli ospiti mentre di sotto Rita accarezzava la testa alla mamma di Ted, sperava che il bollitore si sbrigasse a fischiare.
Sam vide la scarpa, avvertì il bisogno di spostarla subito ma non riuscì neppure a toccarla, nell'immediato. 
- Dopo la tolgo. Entrò nella sua stanza
Fuori, lo zio di Ted fumava, sempre più zuppo, appoggiato al Pick-up e guardava la casa, le finestre. Era ancora seccato per quella storia del Natale, chissà poi con chi.
Sam si dimenticò della scarpa, perché di sotto la mamma di Ted urlava di portarla indietro, urlava di lasciarla andare, un milione di voci dentro una.
Rita le teneva ferma la testa, ma il corpo formava un arco, erano come tracciati di un elettrocardiogramma impazzito, le gambe premevano il suolo e il bacino si alzava su e giù, il divano tratteggiava uno spostamento obliquo.
- AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH
Sam piombò giù dalle scale provò a bloccarla per il bacino ma venne disarcionata, si trovò a terra, mentre l'urlo la schiacciava al pavimento.
Lo zio non si mosse di un passo, non poteva, non sentiva - Case americane, costruite bene! pensava
- Quanta merda vi dovete ingoiare!
Il bollitore fischiava, la scarpa restava al suo posto e Sam preparava le gocce, almeno quindici, anche di più, aveva male all'anca.
AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH
Non doveva accadere, i giornali non li avevano avvertiti, nessuno aveva chiesto loro di lasciar a casa Ted da scuola, l'altra mattina. Era cominciato tutto liscio, regolare, con la tv che gracchiava e le fette che si erano bruciate nel forno. 
Loro non lo sapevano, chi doveva saperlo: la polizia, il panetto di burro, il tostapane?
Lo zio di Ted buttò la sigaretta, respirò una boccata d'aria gelida che parve pulirgli almeno in parte naso e bocca da tutto quello schifo.
Uno che si alza la mattina, non può mica saperlo che va a finire così! Pensò - Come fa uno?
Da tutto a niente, e poi ancora quell'urlo, un urlo che non avrebbe mai lasciato quella via, quella casa, il mondo.
La scarpa restava appoggiata alla porta della stanza, sempre al primo piano, nella grande casa gialla.





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