lunedì 4 giugno 2012

Cassetto n°41

Ciao Emilia. Ti scrivo che è una mattina calda, che non so calmarmi,
che le carotidi mi parlano di sterminio, di polvere e di cani
Cerco suoni per sedarmi: YouTube, vinili, poi è stupido e passo al foglio, ma non riesco a bloccare niente.
La mente, scappa, tra le dita, allora la lascio andare e scrivo che i miei pensieri stanno morendo e litigano per il congelatore, per fare il pieno alla macchina, i miei pensieri piangono, anche per te, Emilia. 
Siamo esserini verdi, malati, come mio padre, che sarà il primo. Non belle persone, solo persone. 
Su dalla salita fangosa, con le unghie nere e il cuore spento, ho un bisogno assurdo di capire, di tenerti, Emilia.
Attendiamo un premio paradossale, come buono sconto per i nuovi clienti.
In cima, la rinuncia e uno specchio. Un orologio a metà.
Mi butterei sui fogli bianchi, ci vomiterei, se servisse a riempirli di colore.
E mi piango ancora addosso, a trent'anni. Non so fare, Emilia.

Nessun commento:

Posta un commento