mercoledì 17 ottobre 2012

Cassetto n°62


Le strade di Madrid brulicano di vita, da Puerta del Sol un solo grande raggio concentrico si infila sotto le serrande alzate delle cervezerie, nelle gallerie della Metro, spalancate come bocche dell'inferno.
-Madrid è sporca- penso, ma l'enorme albero di natale a forma di cono, piramide luminosa al centro della piazza attira il mio sguardo, mi piace una città con un albero tanto grande da entrarvi dentro. Rilassanti luci verdi, rosse al led. Alzo gli occhi e mi brontola il vuoto nello stomaco.
Cammino alla ricerca di un posto dove mangiare, mi sono imbarcato da Bologna, da solo, tre giorni fa. Entro in un fast food tipo americano,  ma si servono piatti madrileni: una bettola unta e stretta che si potrebbe trovare uguale dovunque in Europa.
Ordino un hamburger e una cerveza media, pochi euro, ma intorno, nessun tavolo libero, nessuno dei tre. Faccio un cenno alle due colombiane che occupano una lunga panca, a fianco a quello che è il tavolo più grande del locale. Loro ridacchiarono e fanno posto. Una carina, una no.
Appena sbrigate le presentazioni di rito mangio in fretta, di gusto, senza alzare la testa se non per chiedere il ketchup o versare un pò di birra nei loro bicchieri, in pace, lontano da casa, finalmente, solo

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