martedì 18 dicembre 2012

Cassetto n°70

Era ancora la neve a danzare insieme a Greta, lei che dove entrava portava il caldo, non era al suo posto da nessuna parte, pellegrina rifugiata in una tana nella neve.
ma soprattutto quando c'era tutta quella neve lei andava senza pensarci alla casa della nonna, andava in cortile a sentire il ticchettio della caldaia, essere meno sola.
Il tubo della caldaia le ricordava tutto insieme, un martello nel ventre. Greta aspettava di vedere le volpi a notte fonda scendere dalla collina per prendere i pezzi secchi di carne tra i denti, li gettava il macellaio, nel retrobottega, poi gelavano a meno dieci gradi.
Non poteva sedersi, per il freddo, ma aspettava un miracolo, un incanto danzante spuntare dalla neve per rincorrerla, giocare, non sapeva se sarebbe stato una volpe o un uomo, sarebbe uscito vapore dalla sua bocca.
Greta voleva le persone che aveva perso, salutarle tutte, quelle che ancora le urlavano dentro e farle uscire, vederle scappare nella neve, candida, sparpagliarsi nel bosco come alberi, o promesse. Sarebbero stati giovani, fermi come in fotografie o sarebbero stati spettri vibrazioni elettriche nel ghiaccio, o come potrebbero essere stati?
Avrebbe potuto scegliere lei, stavolta, chi rincorrere o se restare lì ferma, guardarli allontanarsi tutti, girarsi e fumare o
Aspettare solo
Greta odiava il sole, amava le neve

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