giovedì 9 maggio 2013

Cassetto n°90


Parli di incubi figliolo? Vuoi sapere cos'è un incubo? 
Era il 16 agosto del 1960, a Parigi, così come nel resto del Paese, si respirava aria di ricostruzione e di fermento artistico. 
Io ero un peso welter dilettante, il più promettente della palestra, allora mi propongono un incontro con uno sparring  nuovo: un negretto storto della banlieu, ben spinto da un paio di agenti. Hai presente uno di quei tossichelli neri usciti dalla droga con lo sport? Ecco, quelli!
Mi dicono tutti che è tutto arrabbiato ed io, che punto al professionismo, ci voglio combattere, mi ci fisso, è una fase che devo confrontarmi con tutti, combatterei anche ogni sera.
Ci sta che due tre amici si mettono a parlare, organizzano, invitano. In due giorni scappa fuori un incontro vero, in piazza, la sera, un mezzo evento con tanto di biglietto. Ricordo che il giorno dopo devo partire per il Brasile per un ciclo di match, ma la cosa mi pare più che fattibile.
Insomma, l'idea si allarga e diventa la festa principale dell'estate, la banda che suona, bar aperto, mamme col passeggino e ragazze scollate ovunque. Io non penso ad altro che allo show, vedo gente che conta, si può sempre strappare un contratto.
L'aria è tiepida, un insolito fresco per il mese di agosto.
Il ragazzo è messo come un cane affamato, secco sotto la vestaglia, ha occhi spenti da carcerato, mi guarda senza chiudere le palpebre. Fa ribrezzo, una carogna a bordo strada, capisci che vuol dire: "occhi che ti guardano con un odio che non ha nulla di personale?" 
Fa una paura, ragazzo...paura vera.
Lo spogliano ed è come di legno, un ginepro spazzato dal vento, non riesco e notare pelle sopra i muscoli, vedo soprattutto ossa. Decido che lo faccio girare un pò, poi lo distraggo con colpi alla testa, e affondo due ganci seri, all'epigastrio. L'epigastrio è una zona molle, grande come un mandarino, sotto lo sterno, si schiaccia lo stomaco e non respiri più finché un colpo qualsiasi, non ti mette in pace.
Se colpisci bene l'epigastrio, a mani nude, compare un livido a forma di mezzaluna rovesciata, per questo lo chiamo il "colpo della mezzaluna".

Suona la campana, si scaglia diretto, prevedibile, testa bassa, mi colpisce due tre volte, al fianco, pesta duro, ma ho il fisico più tozzo del suo e incasso. Ho i  guanti incollati addosso da più anni, sento le scosse sotto i piedi quando penso a dove e come colpirlo.
Gli giro intorno, lo giro, lo studio, mi copro e lui liscia a vuoto duro, tanti colpi, si stanca da solo. Di solito è questo il difetto degli affamati: vedono solo il KO: ne sono ossessionati. Lo aspetto sempre, mi preoccupa solo una cosa: non suda, non cala, non respira affannato, è calmo.
Io mi siedo, dopo i primi minuti, sto ancora perfettamente. Ma non penso più per un cazzo al Brasile o alla gente, devo chiudere presto, che qua ci sono figure di merda nell'aria e con tutti quei pezzi grossi di stasera, non devo rischiare. 
Poco dopo siamo ancora uno davanti all'altro, in altezza mi passa di un otto dieci- centimetri.
Ricomincia un match più difficile, lo prendo bene, due volte al viso, ma non si muove di un passo, poi pare distrutto, scivola, poco dopo si è ripreso e saltella concentrato.
Io sono un pò nervoso, ora si, perché non inquadro la situazione. Lo smilzo non ha punti deboli, attacca senza criterio, lo colpisco bene, allo zigomo, poi alla base del collo, son largo almeno un palmo più di lui. Quello ogni volta pare sul punto di cadere, poi nulla.
Pausa poi GONG!

- Cristo, ma questo non è l'uomo che ho sfidato prima! Ehi Ronnie, ci assomiglia, ma mica è lui! -
Il mio coach mi guarda spaesato, allarga le braccia come per chiedermi se sto bene.
La folla, che mi incitava a gran voce, ora è in silenzio, segue il match senza bisbigli. Ho delle serie difficoltà, questo è un altro, ha un tatuaggio sotto il braccio che mica c'era prima e respira in modo diverso, meno basso, più sospirato. Il modo di boxare sarà anche identico, pure l'aspetto, ma questo sta chino, è più alto, si nasconde, ma chi è? Quando han sostituito pugile?
L'esperienza mi aiuta a prendere tempo, colpisco pochi obiettivi mirati, lo sento vacillare sotto un potente affondo sinistro sul fianco, ma i guanti, ora, pesano anche  a me.
La secchiata di acqua fredda alla fine del terzo round, aiuta non poco, penso alla stranezza della cosa, tutti mi assicurano che nessuno è sceso dal ring, cazzo ma è assurdo, non ho combattuto contro quell'uomo prima!
-Ti assicuro Micky, prendi un'abbaglio, è sempre lui, quello lì! Sei tu che adesso cazzeggi, lo devi STAN-CA-RE! A fiato quello ti da due giri, è giovane, ma se lo prendi al mento, gli stacchi a testa! -
Non ascolto, so cosa fare, ma non riesco a farlo. Questo ragazzo ha un'aura molto potente, è protetto da qualcosa.
Sesto round, la piazza è sparita intorno a noi, siamo sotto un fascio di luce nera, lui non suda, cazzo non suda ancora! Riesco a legare e assesto dei colpi al fianco, vedo l'orecchino. No l'orecchino no! Questo prima non aveva orecchini, ne sono certo, è una cosa che guardo sempre. Mentre cerco di capire, da sotto, arriva un montante, lo blocco fra le braccia. Anche il suo odore, questo ha un odore sempre diverso, sembra così ma, non so se fidarmi perché i colpi che ho accumulato annebbiano le mie percezioni.
Questo tipo è ancora un'altro, è il terzo e non suda!

Molto lontano da lì

- Non è che ci beccano, secondo voi? -
All'università dello Utah, un gruppo di giovani ricercatori fumano erba, seduti intorno al simulatore. 
- No il guardiano è uscito da due ore e il professore è a pesca coi figli -
- Ora va Riki, va Riki! -
- Col cazzo che ci vado io, oh ma l'hai visto quello? Mena come un toro, mi fa fuori!  -
- Se vai tu son cento dollari, promesso dal gruppo eh, ragazzi?! -
Donald scatta a raffica foto col cellulare.
- Ohi, poi quelle le cancelli! Se ci beccano che siam stati qua, va a puttane il dottorato a tutti! -
- Cioè, con tutti i posti che ci sono, non potevamo puntarlo a Woodstock? O che ne so, alla grande Esposizione di Londra del 1851...? -
Riki scuote la testa mentre infila i guantoni, Franz gli passa i pantaloncini neri brillanti e una canna accesa. Riki dà un tiro e la fa girare, è perplesso, non che sia a digiuno di esercizio fisico, ma la sua esperienza si ferma all'atletica leggera e gli prende una ragionevole ansietta.
All'angolo del laboratorio, altri due giovani ansimano stesi al suolo, bevono acqua dalla bottiglietta e cercano di prendere aria, il più alto di loro ha un piccolo tatuaggio sotto il braccio: un atomo di carbonio. 
Sembrano appena tornati dal Vietnam.

- No cazzo questo poi no! Era pure meno nero, prima! -
GONG!
Il coach mi si avvicina, sospira:
- Quello tra un pò ti infila una serie e ti secca, Micky! Tieni la guardia alta e prendilo sul naso! -
- Ronnie ti dico che è il terzo o il quarto, non è mai lo stesso pugile, cazzo! -
- Micky, ti sembrerà sempre, sempre così, succedeva anche a me, saranno sempre diversi,  più in forma  più precisi. Vai e ammazzalo! -
E il coach si gira e scende dal ring scuotendo la testa 

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